L’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Luca Montuori, ha parlato a Radio Radio riguardo l’approvazione del progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle. Queste le sue parole:
Facciamo un punto sullo stadio. La situazione ora sembra in discesa, è arrivato anche il parere favorevole della Conferenza dei Servizi. Siamo a posto? “Si è chiusa una fase iniziata a febbraio/marzo, in cui si è deciso il ridimensionamento dell’intervento. Il nuovo intervento segue un nuovo quadro definito dall’amministrazione, che prende atto di tutti i cambiamenti che ci sono stati anche a livello di previsione infrastrutturale nell’area, e di esigenze definite dalle linee politiche di questa amministrazione. La fase si è chiusa ieri con l’approvazione del progetto in Conferenza dei servizi. Adesso si apre la nuova fase, quella di approfondimento, ovvero: approvazione definitiva del piano regolatore, di redazione dei progetti esecutivi, delle gare. E poi prima pietra e prima partita.”
Che tempi si possono prevedere? Sono ancora possibili degli ostacoli strada facendo? Su alcuni giornali si legge ‘Prima la variante, poi i lavori’. È questo l’iter? “Sì, però non è una sorpresa. Noi sapevamo benissimo quale fosse l’iter. Adesso c’è chi lo mette come se fosse un nuovo ostacolo. È evidente che, come prevede la legge sugli stadi, il verbale della Conferenza dei Servizi viene adottato dall’Assemblea Capitolina. Come ogni variante piano regolatore, segue un suo percorso e poi, dopo le osservazioni e le controdeduzioni, viene approvata. Questo era stato già discusso in precedenti incontri. Ovviamente le procedure sulla legge per gli stadi sono semplificate, e questo va fatto in questo modo. Io anche mi sono impegnato, al momento dell’approvazione, che si dia il giusto spazio alle procedure del piano regolatore.”
Rimangono criticità? “Noi abbiamo immaginato questo progetto rispetto a un quadro di interventi che avvengono in quel settore, e che secondo noi non rappresentano criticità. Crediamo di aver migliorato il precedente progetto. Crediamo che rispetto a quello fossero intervenute delle novità. Crediamo anche che continuare ad andare avanti senza tener conto del fatto che fossero intervenuti dei finanziamenti, degli impegni, avrebbe rappresentato un inutile chiudersi gli occhi davanti a un’evidenza. Il Comune di Roma stesso aveva profuso molti sforzi, e parlo ovviamente del ponte dei Congressi. Noi non vediamo criticità. Noi vediamo soltanto quello che mi sembra che da più parti, e non solo dal Comune, sia stato spiegato. Adesso serve una collaborazione tra tutti coloro che sono attorno a un tavolo. Al di là di qualche scaramuccia politica, adesso si deve lavorare tutti quanti affinché questo intervento abbia una maggior ricaduta positiva sulla città di Roma, Capitale d’Italia e patrimonio di tutta l’umanità. Se non lavorassimo tutti affinché questo intervento si realizzi nel migliore dei modi, credo che non faremmo il bene dei cittadini. Criticità non ne vedo, mentre vedo la necessità di migliorare una linea ferroviaria e metropolitana che ogni giorno ha un bacino d’utenza di 190mila persone.”
Il prolungamento della della linea B della metropolitana però è stato cancellato. “Su questo voglio essere molto chiaro. Il prolungamento della linea B è stato cancellato anche a seguito di pareri palesemente negativi sugli impatti che avrebbe avuto sulla rete metropolitana da parte, già nel 2014, dei dipartimenti della mobilità, che sconsigliavano un progetto di prolungamento e di diramazione della linea B. Pareri confermati da altri pareri del Comune e della Regione. Tra l’altro questa cosa della linea B veniva finanziata solo per le opere civili, ovvero per la posa dei binari e non treni o sistemi d’informatizzazione. Credo che, se qualcuno avesse la pazienza di leggere tutte le carte che abbiamo letto per elaborare questo nuovo progetto, forse ci si renderebbe conto che in passato si son dette e fatte cose a volte contraddittorie tra loro.”
Molti cittadini romani che vivono in quella zona sono molto preoccupati. Cosa risponde? “Il progetto tiene conto di un miglioramento complessivo nell’arco di tutta la settimana e la riduzione degli impatti derivanti dalla presenza del Business Park. Nessuno ha mai voluto registrare che lì la metà delle cubature significa anche la metà delle persone che quotidianamente si spostano per raggiungere il posto di lavoro. Questo mi sembra molto importante in orari di punta. L’unica speranza per immaginare una mobilità migliorata nella nostra città è andare a lavorare sul trasporto pubblico su ferro. Ovvero su tramvie protette, metropolitane, linee esistenti da valorizzare. Tutti gli enti dedicati devono collaborare affinché il trasporto pubblico in questa città migliori. Questo noi l’abbiamo fatto e l’abbiamo posto all’attenzione di tutti riguardo questa linea di ferrovia, che deve diventare una vera e propria linea metropolitana. Questa è l’unica speranza che dobbiamo dare ai cittadini per migliorare quotidianamente il modo di spostarsi nella città. Il miglioramento della viabilità privata su gomma, ovvero le macchine? Parliamo del ponte dei Congressi, che non era mai stato bocciato in nessuna Conferenza dei servizi dello Stato. Nel febbraio scorso erano state individuate le prescrizioni necessarie per la sua approvazione. Il ponte dei Congressi migliorerà il traffico del quadrante, raccogliendo i traffici che provengono della Roma-Fiumicino e li distribuiscono verso l’Eur. Poi c’è l’unificazione della via del Mare e via Ostiense, che precedentemente era garantita tra Tor di Valle e il GRA, mentre oggi si estende fino al nodo Marconi. Le macchine a Roma non spariscono, si può far di tutto per migliorare i flussi. L’unica speranza che comunque noi abbiamo è migliorare la viabilità su ferro offrendo alternative per spostarsi in città. Le strade sono quelle sono e le macchine tendono ad aumentare. Noi dobbiamo offrire nuovi modelli di viabilità. A partire dalla Roma-Lido? Sì, ma anche altro. Ad esempio, il ponte ciclopedonale che collega la ferrovia regionale FL1 – dove io mi spostavo con la bicicletta pieghevole prima di diventare assessore – con l’area. Sono modalità che ci permettono di scambiare tra mezzi di trasporto diversi e di collegare parti di città che prima non erano collegate. E, probabilmente, di migliorare anche i flussi di traffico. Speriamo che tutti prendano coscienza di questo.”
Come avete valutato il fatto che questo stadio in realtà non sia esattamente lo stadio della Roma? Avete avuto contatti con la Lazio per costruire un suo stadio? Qual è la vostra disponibilità? “Sulla prima domanda e sulla questione proprietaria, è una questione che abbiamo trovato e abbiamo confermato. C’è un vincolo che lega Pallotta, i proprietari dello stadio e la società per 30 anni. Non è di proprietà della Roma, questo è indubbio, non volevo negarlo. Il vincolo di legame è di 30 anni, faccio un calcolo: l’Olimpico fu fatto negli anni ’30, poi rinnovato negli anni ’60 e con i Mondiali del ’90. Ogni circa 30 anni cambia lo stadio, forse anche le esigenze di pubblico e tante cose. È una valutazione che abbiamo fatto e ci è sembrato un tempo congruo. La Lazio? Non ho avuto alcun contatto né avvisaglia. Siamo l’amministrazione che governa la città, quindi se arriveranno proposte valuteremo. Ci diamo un attimo di tempo per finire di pensare a questa fase dello stadio della Roma, cominciare a pensare alla prossima e poi penseremo anche ad altre cose. Nella città non ci sono solo gli stadi, ci sono tante cose da fare e anche su quelle stiamo lavorando. L’eventuale proposta di un nuovo stadio della Lazio, di cui tutti parlano da tempo, la valuteremo con tutta l’attenzione che merita.”