La Roma dei sette mancini e del maxi turnover (10 i volti nuovi rispetto alla gara contro il Cagliari) saluta al volo la Coppa Italia, mollando così al primo tentativo uno degli obiettivi stagionali. Sconfitta amara e, visto come sono andate le cose, resterà per sempre il dubbio: è stato giusto mandare in campo una Roma così inedita? A conti fatti, la scelta si è rivelata un vero e proprio azzardo. Un errore? Il risultato; anzi, l’eliminazione dice questo. Eusebio Di Francesco, evidentemente, ha pensato più alla Juventus che al Toro; o forse si è fidato troppo delle sue seconde linee (anche se lui non ama definirle in questo modo). L’una o l’altra, resta una prestazione di volontà, ma assolutamente non buona nella fase di non possesso. E, sotto questo aspetto, non può non esser chiamata in causa la scarsissima conoscenza collettiva all’interno della squadra. Mancava un senso comune, visti i troppi innesti occasionali là dietro. La Roma non ha mai dato la sensazione di difendere di squadra, con troppi giocatori addirittura spaesati. E alcuni non in linea con le tante cose belle che si erano dette (e che si stanno ancora raccontando) sul loro conto. La Roma che vanta la miglior difesa del campionato, ad esempio, contro il Torino ha mostrato crepe paurose, al punto che il gol di De Silvestri era stato preceduto da un paio di azioni in fotocopia. Segno che qualcosa non ha costantemente funzionato, anche/soprattutto perché non c’erano in campo i titolari. Stesso discorso per quanto riguarda il raddoppio di Edera, con una serie infinita di difensori incapaci di fare la cosa giusta al momento giusto.
GOL E NON GOL – La Roma ha prodotto anche ieri sera parecchie occasioni per fare gol, ma una volta per imprecisione, un’altra per la bravura di Milinkovic e un’altra ancora per un pizzico di sfortuna la porta del Torino è capitolata soltanto una volta. E, facendo due conti, nelle ultime tre partite (Chievo, Cagliari e Torino) la squadra di Di Francesco è riuscita a segnare soltanto due gol. Poco, troppo poco. Il tutto senza star qui a fare la pagella di questo o di quello, per non calcare ulteriormente la mano. Ma forse tutto questo contribuisce a spiegare l’eliminazione e, chissà, anche ad assolvere il turnover esagerato di Di Francesco. Se non altro, segnali confortanti da parte di Schick, e non solo per la sua prima rete con la maglia della Roma. Il ceco si è battuto, ha colpito un palo ed ha rimediato il calcio di rigore sbagliato da Dzeko. Tanta roba, di questi tempi.