Difficilmente poteva esserci modo peggiore per avvicinarsi a Inter-Roma. Uno spareggio per la Champions, prologo di una settimana dove poi la squadra di Di Francesco affronterà in quattro giorni due volte la Sampdoria. Se non è un crocevia del campionato, poco ci manca. Tre partite nelle quali la Roma si gioca il futuro. Eppure l’attenzione non è rivolta a Icardi, a chi marcherà Perisic o ai problemi di formazione che affliggono Eusebio. Dal fischio finale di Roma-Atalanta, 6 gennaio, l’ambiente giallorosso è funestato dalle voci di mercato, smentite dal club nella forma («Non è ancora giunta un’offerta ufficiale», il leit-motiv) ma non nella sostanza. Prima la trattativa tra Nainggolan e l’Evergrande Guanghozu, poi Peres in bilico tra Galatasaray, Benfica e Brighton, Skorupski che cerca squadra, il Villarreal che si vede risposto di no per Defrel. Fino ad arrivare alle due trattative più calde in queste ore: Emerson e Dzeko, finiti entrambi in orbita Chelsea. Non certo il modo migliore per preparare una gara fondamentale come quella di domani, che vede i giallorossi arrivarci avendo perso tre delle ultime quattro partite giocate tra campionato e coppe (tante sconfitte quante nelle precedenti 22 gare in stagione) e avendo segnato appena tre gol negli ultimi cinque match di campionato. L’Inter non se la passa meglio: non vince da cinque turni, dove ha addirittura segnato meno della Roma (duereti).
LONDRA CALLING – Dati però che passano in secondo piano. L’attenzione infatti è rivolta esclusivamente a quanto sta accadendo sul versante mercato. Paradossalmente in questi anni la stella cometa che indirizza le decisioni della società giallorossa non è cambiata: «È la qualità dell’offerta a indirizzare le scelte», spiegano a Trigoria. Il timore di Di Francesco è che stavolta quelle arrivate per Emerson e Dzeko, difficilmente possano essere rimandate al mittente. Per il brasiliano è pressoché tutto fatto: 20 milioni più 5 di bonus, contratto per il calciatore da 2,5 milioni per quattro stagioni. Restano da sistemare le commissioni tra gli agenti e gli intermediari. In ballo rimane il bosniaco. Ieri le smentite circolare in giornata non hanno convinto nessuno. A partire da quella dell’agente Redzepagic che prima al sito romagiallorossa.it ha detto come Edin si trovi bene a Roma, per poi aggiungere in modo sibillino che «il mio ruolo prevede comunque di non rivelare certe dinamiche di mercato. Posso soltanto dire che a Conte piace Dzeko». L’ex ct non è stato da meno. Inizialmente ha glissato sul tema: «Dzeko? Non parlo di giocatori di altre squadre». In un secondo momento, ha tenuto però a sottolineare come «il club ha chiesto una mia opinione che ho dato. Per ora ho Morata e Batshuayi…». Precisazione temporale che non è passata inosservata.
EDIN SORPRESO – Al netto delle parole, che nel mercato lasciano il tempo che trovano, la questione è più semplice di quella che sembra. La Roma è stata abile a separare le due trattative. Chiusa quella per Emerson, ora si sta focalizzando su quella relativa a Dzeko (rimasto alquanto sorpreso dalla possibilità concreta di essere ceduto, ndc). La valutazione finale del bosniaco dovrebbe aggirarsi sui 30 milioni ai quali aggiungere cospicui bonus e il prestito di Batshuayi per venire incontro alle richieste romaniste. In queste ore si sta trattando proprio sull’entità dei premi aggiuntivi. Due operazioni che se andassero in porto, regalerebbero a Trigoria altrettante plusvalenze, per un totale di una quarantina di milioni. Una decisione è attesa all’inizio della prossima settimana quando Monchi avrà le idee più chiare anche sulla questione-Nainggolan. Nel frattempo si sarà giocata Inter-Roma e già sarà la vigilia del primo match contro la Sampdoria. In pochi, però, sembrano essersene accorti.