Nel giorno dell’Immacolata, seduto sulla Nuvola di Fuksas all’Eur, Monchi si diceva fiducioso sul rinnovo del contratto di Alessandro Florenzi: «E’ il mio prossimo obiettivo. Lui e la Roma devono continuare insieme per molti anni». A distanza di quasi due mesi però quel contratto non è stato mai firmato. Anzi. L’accordo è ancora lontano perché la trattativa è entrata in una fase di stallo.
COLLOQUI – Le relazioni tra la società e il procuratore sono ottime, quindi tutto lascia credere che una soluzione positiva alla fine si possa trovare. Non va dimenticato che la Roma ha bloccato Milan Badelj, regista della Fiorentina che va in scadenza a giugno e dovrebbe accorparsi alla sua nuova squadra nel prossimo ritiro estivo. E Badelj è un altro calciatore della scuderia Lucci. Però è altrettanto chiaro che Florenzi voglia firmare un rinnovo all’altezza del ruolo futuro. Se la Roma intende consegnargli la fascia di capitano a partire dal 2019, quando De Rossi prevedibilmente lascerà Trigoria per provare un’esperienza esotica, Florenzi chiede di essere trattato di conseguenza. Oggi guadagna meno di tanti compagni, circa 1,8 milioni netti, e pretende un aumento corposo: a 27 anni può essere l’ultima grande occasione economica della carriera. Senza entrare nei dettagli di una negoziazione che in questo momento è ferma, al di là dell’intenzione bilaterale di discutere e trattare, la Roma dovrà prima o poi affrontare la questione dal momento che Florenzi è l’ultimo dei giocatori con il contratto “breve” (2019) da sistemare dopo che Monchi ha chiuso brillantemente la partita con Diego Perotti.
INTESA – Quando ancora non era cambiata la direzione sportiva, Florenzi aveva concordato con Baldissoni di aspettare la piena guarigione prima di discutere di denaro. Questione di serietà reciproca. Ma adesso non è più possibile tergiversare. Florenzi piace a molte squadre – la Juventus, per dirne una – però spera di imitare Totti e De Rossi nel percorso professionale. Purché, certo, la società gli vada incontro. Ha sposato il programma aziendale, a costo di rinviare l’appuntamento con i titoli, e ora spetta una proposta che gli consenta di vivere il futuro senza rimpianti.