La crisi, per chi non se ne fosse accorto, adesso è autentica: la Roma, con 3 punti nelle ultime 6 partite, non c’è più. Il 7° ko stagionale, il 5° di questo torneo, è il più doloroso e al tempo stesso il più preoccupante. I giocatori, a vederli nel primo tempo della gara persa contro la Sampdoria (0-1) all’Olimpico, hanno dato l’impressione di non seguire più Di Francesco. Hanno staccato la spina da un mese e mezzo e, a digiuno di vittorie dal 16 dicembre (non accadeva dal febbraio 2013), hanno rigettato il metodo dell’allenatore proprio nella notte in cui avrebbero potuto recuperare punti sia alla Lazio terza che all’Inter quarta. La fragilità non è solo mentale e fisica. C’è per forza altro. Il comportamento svogliato di alcuni big, presenti e assenti, deve far riflettere. La tifoseria, impegnata soprattutto ad insultare Pallotta, se n’è accorta. E ha contestato alla fine i calciatori. La Sud li ha chiamati, solo Nainggolan sarebbe andato. E’ stato, però, bloccato da Florenzi.
BLACK OUT INASPETTATO – La Roma, nel primo tempo, è come se non fosse in campo. Giocatori assenti, distratti e fiacchi. Manca Schick, nuova ricaduta muscolare, nel tridente. Davanti, con Dzeko ormai rebus anche in campo, Under ed El Shaarawy. Faranno cilecca (6° match senza gol in 29 gare), confermandosi l’8° attacco del campionato. Non è, però, questione dei singoli. Il 4-3-3 diventa presto vulnerabile, peggio che contro l’Atalanta e il Sassuolo. La Sampdoria, in trasferta, ha raccolto solo 1 punto negli ultimi 4 viaggi prima di questo e si è presentata all’Olimpico senza Praet, il suo miglior centrocampista che si è infortunato seriamente mercoledì sera proprio contro i giallorossi, e con Quagliarella, il capocannoniere del gruppo (16 gol), in panchina. Eppure è stata capace di prendersi la partita e di scatenarsi nel tiro al bersaglio. In 16 minuti ha calciato 7 angoli (saranno 10 all’intervallo): assedio totale. Alisson ha visto moltiplicarsi i blucerchiati davanti a sé e ha risposto mostrando tutto il suo repertorio a Ramirez, Zapata, Barreto, Torreira e soprattutto, a fine tempo, su Caprari murato per due volte nella stessa azione. Almeno 6 gli interventi decisivi del portiere, con i compagni a guardarlo e la gente ad applaudirlo. E’ Banti a interrompere l’assalto: l’arbitro, dopo aver annullato la rete di Manolas per fuorigioco, concede il rigore alla Roma, conclusione di Under respinta con il braccio da Bereszynski. Florenzi si candida, ma spreca la prima conclusione in porta dei giallorossi: Viviano respinge. E’ il 4° sprecato in questa stagione, dopo gli errori di Perotti (2) e Dzeko. Ci prova anche El Shaarawy che ha scambiato la posizione con Under.
BUIO TOTALE – La ripresa, nell’interpretazione, è sembrata inizialmente diversa, con la Roma almeno presente e moderatamente aggressiva. Pellegrini offre il suo dinamismo, ma non basta. I giallorossi si spegneranno definitivamente dopo 15 minuti. Nainggolan è statico e svogliato, emblema del crollo. Sono pochi i tentativi, quindi, per sbloccare il risultato: Viviano vola sul tocco ravvicinato di Under e Silvestre salva sulla linea dopo il tap in di El Shaarawy. Dzeko, mai in partita, calcia centrale su appoggio di Pellegrini che lascia poi il posto a Defrel: ecco il 4-2-4 che Di Francesco arricchisce con Perotti, fuori Under. Dopo la mezz’ora, di nuovo spazio ad Antonucci, chiamato in causa nel ruolo di El Shaarawy. Il diciottenne, però, si fa scappare Murru e Zapata, sfruttando la dormita di Jesus, fa centro a porta vuota. Le mosse di Giampaolo risultano, dunque, più efficaci: Kownacki per Caprari, Alvarez per Ramirez e Capezzi per Torreira. Il turnover in corsa ha pagato solo per la Sampdoria.