La Roma cerca di riprendersi Roma. E allora: Campo Testaccio, la nuova sede dell’Eur e il Tre Fontane ancora centro nevralgico del club e dei suoi ragazzi. Perché quello che era il sogno di Pallotta qualche anno fa (sede al Circo Massimo) sta diventando una realtà: niente Caracalla, niente cuore di Roma, ma comunque Eur, cuore della vita burocratica della Capitale, e addio Trigoria. E poi Testaccio, cuore dell’amore romano e romanista.
IDEE – La decisione è del direttore generale Mauro Baldissoni, che ha già avuto modo di parlarne con le istituzioni: la Roma vuole avere in gestione Campo Testaccio e riqualificarlo. L’idea è quella di farci giocare o allenare le giovanili, la sensazione è che, insieme al nuovo stadio (che però in questi giorni non registra novità significative), la Roma restituirà ai suoi tifosi un impianto storico, da anni abbandonato a se stesso. L’altra idea invece è già realtà: dall’estate il club trasferirà gran parte dei suoi uffici all’Eur. La sede di Trigoria, in attesa di Tor di Valle, resterà, ma gli uffici (o almeno la maggior parte di essa) cambierà casa. E i lavori, avviati da tempo, procedono. Così come procede il rapporto con il Tre Fontane, dove gioca da tempo la Primavera allenata da Alberto De Rossi e dove qualche volta si è allenata la prima squadra, sopratutto quando c’era da aprire le porte al pubblico (altro aspetto a cui la società in futuro vorrebbe dedicare più spazio).
GLI STADI – Non solo Roma, però. Ieri il neo presidente del Credito Sportivo, Andrea Abodi, che incontra di continuo il d.g. Baldissoni e i vertici del club, ha ammesso come sia costante il rapporto con il club giallorosso ma, a margine di «Comuni in pista», nuova iniziativa dell’Istituto, ha parlato anche dei nuovi impianti di cui c’è bisogno in Italia: «Il 2018 sarà la consacrazione di un progetto di sistema che vedrà la prima attuazione di almeno dieci dossier stadio. C’è una legge voluta dal governo sugli sviluppi dell’impiantistica sportiva. Vedremo decollare in tutti i quadranti del Paese progetti che riguardano le società professionistiche di calcio. Lo stadio della Roma? Abbiamo un rapporto di grande collaborazione con il club giallorosso come con tutte le società che hanno intrapreso un percorso di infrastrutturazione». Collaborazione è anche quella che Abodi spera di avere con il Comune di Roma per il Flaminio. A breve svelerà il suo progetto, intanto spiega: «Non è esclusivamente sportivo: non prevede l’intervento di società professionistiche, ma riguarda anche il Villaggio olimpico con tutte le sue suggestioni. Le soluzioni che stiamo cercando non sono solo per il decoro del Flaminio, ma riguardano tutta l’area». Roma, quindi, guarda al futuro. E il futuro passa anche, appunto, dall’impiantistica.