Non poteva mancarla questa occasione la Roma. Era la partita giusta per rientrare in zona Champions League e soprattutto per sorpassare la Lazio, che del resto aveva già cinicamente approfittato del suo precedente sbandamento. Alla striminzita vittoria di Verona la Roma ha aggiunto quella abbondantissima di gol, come ormai da troppo le mancava, sul Benevento. Un po’ come se il calendario, impietosito, le avesse a un certo punto teso la mano per risolvere i suoi guai. Dopo una sbornia di pareggi, di schiaffi e al massimo di 1-0, il 5-2 sul Benevento scaccia via almeno un po’ di malumori. La doppia vittoria e la risalita al quarto posto è tutta nel segno di Cengiz Ünder, talentuoso ragazzo turco su cui la Roma ha scommesso tantissimo – soprattutto una quindicina di milioni – ma che fino a ora non aveva ripagato tanto investimento. Un assist e due gol hanno dato la svolta a una partita che è finita sì in festa ma che era cominciata malissimo, addirittura con un gol del Benevento. Tanto da far venire a Di Francesco e l’intero Olimpico il batticuore e costringendola a moltiplicare gli sforzi per uscire dall’imbarazzante situazione.
Convinto che la tattica possa risolvere più dello scossone psicologico, Di Francesco ha confermato sul campo gli schizzi a matita di una Roma meno legata al 4-3-3 e ai dettati zemaniani, preferendo un 4-2-3-1 vagamente spallettiano. Anche perché l’assenza di centrocampisti – Nainggolan e Pellegrini squalificati, De Rossi convalescente, Gonalons infortunato – lo hanno sostanzialmente costretto a concepire una Roma molto più offensiva e praticamente inedita. Con Gerson accanto a Strootman, Perotti al centro dietro Dzeko, e poi Ünder sulla fascia a inventare e fare gol. Per il Benevento ultimo in classifica del resto sarebbe dovuto bastare e avanzare. Se non fosse che la squadra del presidente Oreste Vigorito non è affatto rassegnata alla B, ha speso molti soldi sul mercato, si è rafforzata con Sandro e Sagna, e si è portata all’Olimpico almeno 1500 tifosi indiavolati. Che hanno letteralmente caricato la squadra e alla prima azione in cui i loro beniamini si sono spinti dalla loro parte con Letizia, Brignola e Guilherme li hanno di forza spinti in gol. Il centravanti brasiliano, in gol in slalom, ha riempito di speranza i cuori campani e pure il mite De Zerbi che a un certo punto di fronte a una Roma brutta e senza nerbo, povera di gioco e di ritmo, deve persino aver coltivato il sogno dell’impresa.
La risalita della Roma è stata stentata e faticosa, tanto da chiudere il primo temo appena sul pareggio per un gol di testa di Fazio. E soltanto i colpi d’orgoglio di uno Dzeko troppo a lungo distratto svogliato e i lampi di classe di Ünder (assist per Dzeko poi doppietta) hanno dato la svolta alla partita. Per altro completata con un altro gol del Benevento tramite il giovane Brignola e un rigore finale di Defrel. Di Francesco è apparso contento per la goleada, un po’ spaventato per i due gol presi, ma anche deciso a pungolare la Roma come un fantino fa col suo purosangue. “Dzeko è un po’ lamentino” è il chiaro segnale di darsi una svegliata.