Fino a poco tempo fa, parlando di Florenzi, il tema di discussione riguardava essenzialmente il ruolo. In ritiro Di Francesco aveva lasciato intendere come lo avrebbe schierato volentieri nel tridente offensivo. Poi, l’infortunio di Karsdorp e l’involuzione di Peres hanno lasciato cadere questa possibilità. Archiviato il ruolo, rimane invece in piedi la questione relativa al contratto che, prolungato tre anni fa, scade il 30 giugno del 2019. La Roma negli ultimi mesi ha provveduto a rinnovare i calciatori che avevano come scadenza questo termine: Fazio, Perotti e Manolas. All’appello manca soltanto il nazionale azzurro che attualmente guadagna meno di due milioni di parte fissa, più bonus.
AGENDA VUOTA – Tra chi sussurra off record di essere solamente all’inizio di un percorso e altri che invece adducono questo ritardo al fatto che la Roma voleva presentarsi davanti alla Uefa a Nyon senza l’ingombro di rinnovi pesanti (e per questo motivo anche sul versante Alisson tutto tace, ndc), ad oggi – 15 febbraio – le parti non si sono mai incontrate. Si sono sentite telefonicamente una volta, rimandando l’argomento a data da destinarsi. Che non dovrebbe protrarsi eccessivamente ma che non vede ancora un appuntamento fissato in agenda. Quello che è certo è che il rinnovo non sarà una formalità. In primis perché non si fatica ad intuire che il contratto dovrà essere alzato fino alla fascia più alta dei giocatori della Roma. Per intenderci: da 3/3,5 milioni in su. E poi perché Florenzi, con molta sincerità, si è sempre tenuta una porta aperta, evitando la mozione degli affetti. Tradotto: a Roma sta bene, è la sua città, gli piacerebbe restare ma non esclude altre vie. Ne è conferma un’intervista di un anno fa quando, a domanda diretta riguardante un futuro alla Totti o alla De Rossi, disse: «Non lo so, è difficile dirlo. Cambiano tante cose, tanti aspetti, quello che ti circonda. Penso, sì c’è la voglia di fare il percorso che è stato di Daniele e Francesco anche se poi già so che non potrò mai arrivare ad essere come loro. Quindi dico magari sì, però non è detto. Non mi posso precludere nulla». Onestà che sommata al fatto che la Roma ha ormai abituato ai ragionamenti obbligati intorno al fair play finanziario e che il laterale ha mercato, lascia aperto qualsiasi scenario: dal rinnovo all’addio. In Italia c’è la Juventus che, come al solito, ama muoversi a fari spenti. In Spagna l’Atletico Madrid di Simeone guarda con interesse alla situazione contrattuale del ragazzo di Vitinia. E poi c’è Conte. L’addio dell’ex ct al Chelsea è probabile e c’è da scommettere che ovunque andrà, un pensiero a Florenzi sarà fatto. Ora tocca alla Roma fare un passo in avanti. «Lui è romanista e sono convinto che resterà con noi per tanti anni», ha assicurato ieri Monchi a Sky Sport. Non resta che attendere.