È diventato insopportabile veder difendere la Roma. Ma, poi, davvero la Roma difende? Anzi, sa difendere? A giudicare dagli orrori proposti al Grande Torino, la squadra di Luciano Spalletti è l’unica del nostro campionato che non sa minimamente opporsi, che non sa come comportarsi quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Attacchi che possono essere manovrati, isolati, con azioni corali oppure in contropiede: come giri la faccenda, la fase difensiva della Roma è letteralmente una comica. Al centro, sui lati, ovunque. Dove l’attacchi, la buchi. Una volta sbaglia il singolo, un’altra il reparto (reparto?), un’altra volta ancora l’intera squadra. È sempre la solita, triste storia. Quando il pallone non ce l’hanno tra i piedi gli uomini in maglia giallorossa, si ha la sensazione che la Roma possa beccare gol.
E la sensazione, spesso e troppo volentieri, si trasforma in realtà. Sarà anche una questione di uomini non all’altezza,ma non può essere solo questo: da sempre, si sa, le squadre di Spalletti non brillano per l’abilità di non subire reti, per la complessiva fase difensiva, ma la Roma attuale sta esagerando. Non c’è partita in cui non prenda gol oppure non dia la possibilità all’avversario di segnare: contro il modestissimo Crotone, per dirne una, non ha subito reti ma è riuscita nella complicatissima impresa di regalare un calcio di rigore. Rispetto alla passata stagione, il reparto è stato stravolto: sono arrivati nuovi centrali e nuovi esterni, presentati come fenomenali fiori all’occhiello, alcuni sono indisponibili, le cose dovrebbero comunque andare meglio invece vanno nettamente peggio. Nello staff della Roma c’è un allenatore specifico per la difesa, ma a giudicare dai risultati le cose sono due: o non sa insegnare, e quindi ha sbagliato mestiere, oppure gli allievi sono veramente dei somari. L’una o l’altra, la Roma («Il nostro obiettivo è lo scudetto», cit. James Pallotta) dopo sei giornate è già a cinque punti dalla Juve capolista, pur avendo segnato due gol più dei bianconeri. Solo che ne ha subiti il doppio.