Non possiamo sapere se lo scudetto se n’è già andato anche quest’anno verso Torino, sappiamo però che il Napoli di ieri sera non potrà mai vincerlo. La Roma più convincente del 2018 l’ha stritolato, 4-2 al San Paolo, doppietta di uno straordinario Dzeko, partita da gigante di Nainggolan. Quando stava per perdersi, la Roma si è ritrovata di colpo, riprendendosi il posto in Champions col sorpasso sulla Lazio. Quando avrebbe dovuto volare ancora più in alto, il Napoli è stato riportato a terra nel modo peggiore e più inatteso. Quattro gol, in campionato, non li aveva mai presi con Sarri in panchina.
EFFETTO-DYBALA – Palla-gol della Roma con Perotti, occasione del Napoli con Insigne, gol del Napoli con Insigne, gol della Roma con Ünder, palla-gol e occasione del Napoli con Insigne e Zielinski, gol della Roma con Dzeko. Ventisei minuti di partita, l’iradiddio sul San Paolo. Dopo aver visto in tv Lazio-Juve, è stato come riconciliarsi col gioco del calcio. Ma forse quello che era successo all’Olimpico ha trovato un altro sbocco a Napoli: quando è stata raggiunta sull’1-1 da Ünder, la squadra di Sarri ha perso prima un po’ di fiducia, poi un po’ di misura e il gioco della Roma è stato facilitato. Il Napoli avvertiva troppa pressione, pesavano sulla sua mente sia la rete di Dybala al 93′ che quella del giovane turco dopo una manciata di secondi dal colpo di Insigne.
NAINGGOLAN OVUNQUE – Come in Ucraina e come all’Olimpico contro il Milan, la Roma ha fatto un bel primo tempo, pieno di gioco e di forza, la forza di Nainggolan che conquistando due palloni sempre su Jorginho aveva dato all’inizio la palla-gol a Perotti e poi quella del gol di Ünder. Il belga partiva nel controllo di Jorginho e, una volta recuperata la palla, muoveva da solo l’attacco romanista. Stava giocando alla… Nainggolan.
INSIGNE E I 21 PASSAGGI – Lorenzino aveva segnato su cross da sinistra di Mario Rui bruciando Manolas e Fazio, da cui si era staccato con perfetta scelta di tempo in piena area. Come suo solito, per arrivare al gol il Napoli aveva tenuto palla per più di 40 secondi, con 21 passaggi, due in più rispetto all’azione del 3-0 di Hamsik a Cagliari. La Roma aveva pareggiato subito con un micidiale, quasi innaturale, tocco di esterno sinistro-scavetto di Ünder reso ancora più perfido dal tocco di Mario Rui. Dopo aver sprecato l’occasione di tornare in vantaggio, il Napoli ha iniziato a perdere le distanze e in quello spazio la Roma ha coltivato il suo successo. Su cross di Florenzi, Dzeko ha battuto Albiol di testa, per stacco e sospensione: mentre il bosniaco era ancora in aria, lo spagnolo scendeva.
DZEKO E I 4 PASSAGGI – Al Napoli mancavano la qualità d i Zielinski e la pericolosità di Mertens e Callejon. Sarri dalla panchina raccomandava la calma, ma la squadra era sui nervi. Verso il 30′, Di Francesco ha fatto avanzare De Rossi per chiudere Jorginho e ha invertito i due interni, così da bloccare con Nainggolan anche il più dinamico dei napoletani, Allan. A inizio ripresa, il Napoli si è rovesciato nella metà campo della Roma che, a differenza del solito, non si è disunita in uno di quei secondi tempi diventati tristemente famosi a Trigoria. Ha tenuto bene e, quando ne ha avuto la possibilità, è ripartita. Questo poteva accadere anche perché il Napoli ormai non si muoveva più tutto insieme e chi aveva la palla, abituato a scegliere la giocata con due o tre opzioni, ora vedeva solo compagni fermi e ben marcati. Poi, è successo che una delle ripartenze meno convinte della Roma si è trasformata in un capolavoro di Dzeko, il cui sinistro dal limite è finito nell’angolino del palo lontano. Alla Roma sono bastati 4 passaggi per segnare…
LA BATOSTA – Fuori Jorginho, dentro Milik al rientro dopo 5 mesi; Napoli col 4-2-3-1, ma ormai finito, anzi, sfinito. Solo Insigne ha avuto la forza di provarci ancora, Alisson gli ha chiuso la porta. Poi l’ha chiusa Florenzi, su una punizione a due in area. Il terzo gol aveva frastornato la difesa del Napoli, tanto che Mario Rui ha pensato di respingere di tacco in area un cross innocuo di Kolarov, palla consegnata a Perotti: 4-1. Mertens ha alleggerito la batosta col 4-2. Il San Paolo ha capito e l’applauso finale ai suoi ragazzi è stato quasi commovente.