La partita della vita. Tornare tra le prime otto d’Europa per la Roma di Eusebio Di Francesco è un’occasione irripetibile. Il ritorno degli ottavi di finale di Champions League in programma domani all’Olimpico contro lo Shakhtar (ore 20.45) dopo il 2-1 dell’andata è, al momento, il punto più alto della carriera del tecnico abruzzese. Guadagnare i quarti vorrebbe dire arrivare laddove hanno fallito Capello, Ranieri, Montella, Garcia e il secondo Spalletti. A dirla tutta, l’avventura dell’Aeroplanino in Europa fu una vera meteora: dopo aver preso il posto di Ranieri, che proprio contro gli ucraini aveva perso in casa 2-3 nell’andata degli ottavi, l’ex centravanti giallorosso in terra ucraina incassò tre gol e salutò repentinamente l’Europa che conta, così come i suoi colleghi che mai sono riusciti a superare gli ottavi da quando la Coppa Campioni è diventata Champions.
Due le eccezioni, e alla guida della pattuglia giallorossa c’era Luciano Spalletti nella sua prima versione romanista. Era la stagione 2006/07 e Totti e compagni avevano battuto all’andata dei quarti il Manchester United per 2-1 all’Olimpico. Il ritorno fu impietoso: 7-1 per i “Red Devils“. L’anno successivo fu sempre lo United a negare l’accesso alle semifinali all’undici di Spalletti, anche se con uno score meno drammatico. A una decade di distanza, tocca a Di Francesco entrare nella storia della Roma. Dopo un girone giocato magistralmente e contro i pronostici, il palcoscenico europeo dà un’altra chance di far bella figura.
L’undici da schierare è ben chiaro nella mente del tecnico, otto undicesimi scesi in campo contro il Torino più Fazio, Perotti e Dzeko al posto di Juan Jesus, El Shaarawy e Schick. Più difficile scegliere i sette da portare in panchina: sicuramente Skorupski, poi probabilmente saranno Juan Jesus, Bruno Peres, Pellegrini, Schick, El Shaarawy e Gerson gli uomini a disposizione di Di Francesco, con buona pace di Gonalons. Il francese, rientrato contro il Toro dopo il lungo stop, si accomoderà in tribuna al fianco di Defrel, ancora alle prese con allenamenti individuali. Il vero dubbio è legato alla scelta del modulo: 4-3-3 o 4-2-3-1? Quest’ultima opzione a Kharkiv ha tenuto un tempo solo. La palla passa a Di Francesco, l’ultima parola per entrare nella storia spetta a lui.