Tutto in una notte. Roma e Shakhtar Donetsk si confronteranno domani in una sfida che per i giallorossi potrebbe rappresentare una svolta importante per una stagione che fino ad ora ha lasciato poche soddisfazioni alla compagine allenata da Eusebio Di Francesco. Per superare questa difficilissima sfida al cardiopalma, la squadra capitolina dovrà affidarsi a tutte le proprie risorse tecniche e mentali, oltre ovviamente all’appoggio dei propri tifosi che sicuramente non mancherà all’Olimpico. In questa impervia situazione, la mente dei supporter giallorossi non può che volare alle due precedenti qualificazioni ai quarti di Champions League conseguite in passato. Ricordi questi che potrebbero ispirare gli attuali giocatori di mister Di Francesco per affrontare al meglio la sfida che li aspetta.
NEL 2007 – La prima qualificazione storica della Roma ai quarti di finale di Champions League è quella indimenticabile che passò attraverso la sfida del 2007 con il Lione, allora una delle squadre più in forma dello scenario calcistico europeo, che poteva contare nel proprio organico giocatori del calibro di Benzema, Wiltord, Juninho Pernambucano e Fred. Dopo un buon 0 a 0 ottenuto all’andata giocata in casa, la Roma mise le ali alla partita di ritorno grazie alle reti strepitose di Totti e Mancini. Una squadra, quella allora allenata da Luciano Spalletti, che riuscì nell’impresa riuscendo a non cadere mai nelle provocazioni dei francesi, e superando anche le clamorose sviste dell’arbitro Gonzalez, capace di annullare un gol a De Rossi e di non sanzionare una brutta gomitata che l’allora giocatore transalpino Fred diede a Chivu durante i 90 minuti di gioco. Per la prima volta la Roma riuscì a spingersi tra le migliori otto d’Europa, diventando una realtà importante del calcio continentale.
NEL 2008 – Indimenticabile fu anche la seconda volta che la Roma passò ai quarti di finale della massima competizione europea, l’anno dopo, in una sfida considerata allora ai limiti dell’impossibile contro i “Galacticos” del Real Madrid, una formazione che all’epoca poteva contare sull’apporto di stelle come Sergio Ramos, Cannavaro, Robben, Raul e Van Nistelrooy. All’andata, giocata sempre in un Olimpico tutto esaurito, come giusto che sia per le grandi occasioni, gli spagnoli andarono immediatamente in vantaggio dopo soli 8’ con Raul, che riuscì a deviare nella porta difesa da Doni una conclusione improvvisa di Guti: un colpo che avrebbe potuto spezzare le speranze di una squadra mentalmente fragile, ma non era il caso di quella Roma. A fronte della grande prestazione di Robben e Van Nistelrooy, una Roma mai doma riuscì a pareggiare al 24’ con Pizarro, che lesto a raccolse una corta respinta in area di Heinze e con un destro preciso infilò la palla sotto la traversa difesa da Casillas. Nella ripresa fu il Capitano, Francesco Totti, a caricarsi sulle spalle la squadra giallorossa per il vantaggio, con un gran assist per Mancini, che saltando in uscita Casillas siglò il definitivo 2-1. Una grande prova di maturità confermata poi nel ritorno giocato al Santiago Bernabéu, dove si svolse una partita praticamente perfetta dei giocatori giallorossi, che riuscirono a battere il Real Madrid e a conquistare i quarti di Champions. Una squadra precisa in difesa, che impose alla partita il ritmo a lei più confacente e che impedì al Real di diventare realmente pericoloso. Grazie ai gol di Rodrigo Taddei e Mirko Vucinic, i giallorossi si regalarono ancora una volta la consapevolezza di essere una grande tra le grandi in Europa. Una speranza che ci auguriamo si realizzi anche martedì prossimo contro gli ucraini allenati da Fonseca.