La Roma di scorta non buca nel viaggio scomodo in Calabria: il 2 a 0 contro il Crotone terzultimo (stesso punteggio del torneo passato), con la prestazione ordinata e paziente, necessaria se si affrontano rivali impegnate nella lotta per la salvezza, è prezioso per la classifica, cioè per tenersi stretto il 3° in classifica, e per il gruppo, da salvaguardare fisicamente e psicologicamente quando ogni impegno può decidere la stagione. E, anche nel pomeriggio in cui più di mezza squadra è diversa dalla notte di Champions, la corsa in campionato procede proprio come in Europa, con efficacia e solidità: 6° successo nelle ultime 7 partite di serie A (con 17 reti realizzate per la miglior media gol in questa striscia: 2,42) e 9° in trasferta (fuori casa raccolti più punti che all’Olimpico, 31-28, 13° clean sheet in 29 partite e 4° in queste 7 (17° stagionale)
RICAMBIO VITALE – Differente il percorso scelto dai tecnici per sfidarsi allo Scida (1° incrocio in A). Di Francesco rivoluziona il suo 4-3-3, Zenga no. Ecco quindi confermato l’ampio turnover della Roma, con 6 novità dopo il successo di martedì contro lo Shakhtar, davanti al Crotone che resta lo stesso della partita precedente, vinta sempre qui contro la Sampdoria. Gli innesti sono quelli annunciati: escono Florenzi, Manolas, De Rossi, Strootman, Under e Perotti per la promozione di Peres, Jesus, Gonalons, Pellegrini, Gerson ed El Shaarawy. La rotazione è scontata solo per 2 cambi, quelli di De Rossi (squalificato) e Perotti (infortunato). Diventa, invece, mirata per gli altri 4: le energie psicofisiche spese in Champions vanno pesate nella fase cruciale dell’annata. Normale che, però, ne possa risentire il coro: con 2 interventi per reparto, i giallorossi rischiano di non essere intonati come nelle ultime gare.
PIENO CONTROLLO – La Roma, comunque, si prende subito l’iniziativa, pur dovendo partire controvento. Gonalons, anche se sbaglia poco, è lento, Pellegrini e Nainggolan sono più frenetici e accompagnano il tridente, dove Gerson palleggia più che affondare. Il ritmo è appena sufficiente, probabilmente per limitare gli errori nei passaggi che, condizionati dalle raffiche, sono di difficile controllo, soprattutto contro il 4-5-1 avversario, prudente nell’atteggiamento e basso nel baricentro. Nalini si arrende presto: entra a metà tempo Barberis, con Stoian spostato alto a sinistra. El Shaarawy, prima dell’intervallo, inizia l’azione e, su cross da sinistra di Kolarov, la chiude per il vantaggio (8° gol stagionale: 6 in A, 2 in Champions), sfruttando l’unica conclusione nello specchio in 45 minuti.
POTERE AL PORTIERE – La ripresa di Zenga dura meno di 4 minuti: Banti lo caccia per aver urlato dopo il contrasto tra Jesus e Trotta. Nainggolan consegna a Dzeko il pallone per blindare il match, ma Cordaz devia il destro del centravanti. Così tocca, come al solito, ad Alisson, su palla persa da Fazio a centrocampo (più tardi si farà perdonare), salvare su Trotta. Sulla respinta, poi, spreca Stoian. Strootman per Pellegrini e a seguire Florenzi per Gerson, anche perché il Crotone prova ad osare, in campo Simy per Stoian, e i giallorossi sono meno lucidi. Nainggolan, sinistro da fuori, mette in cassaforte il risultato alla mezz’ora (1° gol del 2018). Under, nel finale, entra a sinistra per El Shaarawy e spreca il tris, respinta di Faraoni sulla linea, proprio su invito di Florenzi. Ma sull’inedita coppia di esterni alti (e non con i piedi invertiti), se Peres difende così, vale la pena insistere.