L’era Monchi sta per iniziare davvero. Il ds, dopo un primo anno in cui ha avuto a che fare con gli strascichi della gestione Sabatini, è pronto ad allestire una squadra a sua immagine. «Con l’arrivo di Monchi puntiamo a rinforzare la squadra ringiovanendola e se ci saranno le giuste occasioni cederemo quei calciatori che non rientrano più nei piani tecnici. Il costo della rosa può essere sforbiciato, ma non oltre una certa misura se si vuole restare competitivi», ha confermato ieri l’ad Gandini al Sole24ore. Una Roma più giovane e meno costosa in termini di ingaggi. Non a caso i nomi seguiti sono quelli di Coric (classe ’97), Kluivert (’99), Cristante (’95) e Torreira (’96). Tutti under 25 così come Schick, Under o i due Pellegrini (Lorenzo e Luca). A proposito di Lorenzo Pellegrini, ieri dal ritiro azzurro ha parlato anche di Roma: «Al mio futuro non ho pensato – ha ammesso – ma non dipenderà dalla qualificazione in Champions. Certo è importante per un giovane che vuole crescere giocare partite di alto livello. A Roma sto bene, vincere trofei resta il primo obiettivo di ogni giocatore. De Rossi e Totti si sono tolti le loro soddisfazioni e dicono che vincere a Roma vale dieci volte di più che farlo altrove e io spero di scoprirlo presto. Ma ora siamo un passo indietro ad altre squadre. Però la società è ambiziosa e a me va bene».
Under 25, dunque, proprio come avvenne nei primi anni di Monchi al Siviglia quando arrivarono ragazzi come Dani Alves, Julio Baptista e Sergio Ramos. Un progetto nuovo che avrà come regista sempre Di Francesco, il tecnico che Monchi ha scelto un anno fa. «La Roma gioca come vuole l’allenatore che io ho scelto – ha detto Monchi in un’intervista al Mundo Deportivo – Dal primo giorno in cui ho parlato con lui, mi è piaciuto molto. È stato un anno difficile perché sono cambiati l’allenatore e il direttore sportivo. Totti si è ritirato e giocatori importanti sono partiti, ma adesso la Roma può sognare. Se lasciamo da parte i momenti in cui non siamo stati all’altezza, il livello è adeguato a quello che pensava il mister». All’altezza la Roma lo è stata in Champions. Ora lo scoglio che appare insormontabile si chiama Barcellona. «Sbaglieremmo se pensassimo che il Barça è solo Messi. Bisognerà cercare di arginare il gioco collettivo di una squadra che ha giocatori molto forti. Non so se abbiamo il 20 o il 30% di possibilità di passare, però una volta arrivati ai quarti si può sognare. Dobbiamo essere soddisfatti non solo per essere arrivare fin qui ma anche per essere arrivati primi in un girone difficile davanti a Chelsea e Atletico». Parola di Monchi.