La premessa è scontata, ma d’obbligo: per eliminare il Barcellona in un doppio confronto servirà una vera e propria impresa, o meglio un’impresa doppia. La Roma parte sfavorita, come molte squadre al cospetto di Messi, e persino più sfavorita di altre per un’abitudine minore a vincere duelli di questo livello, in tempi recenti. Però il calcio e la Champions sono pieni di sorprese e di squadre inferiori alla Roma che si sono prese lo “scalpo” di una big europea. Ecco allora tre chiavi che possono far sperare i giallorossi in una clamorosa semifinale.
TATTICA E EFFETTO SORPRESA — I giallorossi arriveranno al Camp Nou senza eccessive pressioni: hanno poco da perdere e molta voglia di stupire. Il Barça, i suoi tifosi, la stampa locale hanno festeggiato quando l’urna di Nyon li ha accoppiati alla squadra di Di Francesco. I catalani, dal Dream Team di Cruijff in poi, sono un club che non concede nulla alla scaramanzia e in cui la giusta convinzione nei propri mezzi sfocia spesso nella supponenza. Al Camp Nou sono convinti di assistere a una goleada, il fattore sorpresa può costituire un’arma psicologica importante. Di Francesco nella seconda parte della stagione ha varato una Roma che sa raccogliersi anche qualche metro più indietro, coprendo bene gli spazi. Se incarta il Barça per un po’, magari con il contributo di Alisson, può mandare gli avversari in corto circuito. Non stiamo parlando di vincere in Spagna, basta tenere la sfida aperta.
LA FORMA DEL BARÇA — Per quanto bene possano fare De Rossi e compagni, molto dipenderà dai marziani blaugrana. E ultimamente non sembrano al massimo del loro splendore. Da febbraio in poi sono stati fermati sul pareggio da Espanyol, Getafe, Las Palmas e Siviglia. Nell’ultima gara contro Montella sono stati salvati dall’apparizione Messi-anica di Leo nel finale, ma hanno concesso 21 tiri, erano sotto 2-0, potevano averne subiti quattro. Piqué, il pilastro difensivo, è apparso decisamente fuori forma; Busquets, l’uomo degli equilibri, rientrerà contro la Roma, ma non è al meglio; Suarez non segna in Champions da 13 mesi; lo stesso Messi arriva da due gare e mezzo saltate per un infortunio muscolare (a 2 mesi e mezzo dal Mondiale). Insomma, deve stare all’occhio.
LE ARMI AL RITORNO — Se poi davvero i “Monchi boys” dovessero riuscire a tenere aperti i discorsi dopo i primi 90′, giocati magari senza due titolari in mezzo come Nianggolan e Pellegrini, al ritorno potrebbero contare su qualche arma in più. Avere la seconda in casa è un vantaggio enorme contro il Barcellona: a campi invertiti nemmeno un’impresa casalinga metterebbe al riparo da “remuntadas” epiche, quasi una specialità della casa. Così invece Dzeko e compagni potranno contare sul fattore Olimpico (che ipotizziamo “caldino” di fronte a una possibilità storica). Ma non solo: fra una settimana ci saranno quasi sicuramente Nainggolan e Pellegrini, a cambiare i piani del centrocampo. E probabilmente anche Ünder, elemento che più di altri sembra poter rappresentare la “variabile impazzita”, specie con campo a disposizione. In fondo, questa squadra ha già vinto il girone davanti a Chelsea e Atletico Madrid: chi ci avrebbe scommesso, ad agosto?