Oggi sono tre mesi esatti che l’Italia ha vinto a Wembley la semifinale dell’Europeo con la Spagna. Il tortuoso esito ai rigori, oltre a elevare Donnarumma al rango di eroe patrio poi sublimato dalla finale con l’Inghilterra, rappresentò la base per la conquista del titolo: nessun avversario, più della compagnia di palleggiatori di Luis Enrique, aveva infatti impedito fino a quel momento agli azzurri il monopolio della partita, né ci sarebbero riusciti gli inglesi nell’ultimo atto. È particolarmente significativo che una nuova semifinale Italia–Spagna stavolta per la Nations League si offra come esame perfetto per misurare l’attuale stato dell’arte: “Vogliamo regalare due notti magiche a Milano”, è lo slogan di Mancini, anche se in verità l’orizzonte è ben più largo di questo trofeo.
L’orizzonte vero è il Mondiale invernale di Qatar 2022, al quale manca poco più di un anno: “Dobbiamo migliorarci, diventare squadra sempre più equilibrata e fare crescere i giovani”. Nei 13 mesi e mezzo che mancano al viaggio arabo (da prenotare sperabilmente a novembre con Svizzera e Irlanda del Nord) è questa la missione del ct, mentre scremerà i 23 eletti, perché la lista dei 26 era un’eccezione indotta dalla pandemia.
Questa Final Four, in cui la rosa è già ridotta ai classici 23 giocatori, è un’ottima occasione per cominciare. La prova sarà innanzitutto tattica: come eludere ragnatela e pressing del nuovo tiki-taka, sempre privo di uomini del Real Madrid ma con qualche avamposto del Barçellona? A Wembley Mancini sfuggì parzialmente alla pressione, per paradosso proprio dopo l’1-0 di Chiesa, quando sostituì Immobile con Berardi e varò il tridente rotante nel quale il falso nove – brevetto spagnolo – venne interpretato a turno da Insigne e Berardi. Però la serata si presta anche alle prove di Mondiale.
Così al probabile test ai massimi livelli per Bastoni (il capitano Chiellini verrebbe preservato per domenica) si aggiunge la tentazione di verificare se Raspadori o lo scalpitante Kean sono le vere alternative a Immobile, assente come Belotti per infortunio. Mancini, che ha lasciato lo straripante Tonali all’Under 21 di Nicolato (“ha due impegni importanti per le qualificazioni europee“), caldeggia garbatamente un maggiore utilizzo dei giovani nei loro club: “All’estero giocano di più, hanno più possibilità di sbagliare“.
In attesa che il presunto ballottaggio a tre Berardi–Raspadori–Kean si risolva stamattina (con Pellegrini quarto incomodo), le tracce di Wembley rimangono visibili: le due formazioni, infortuni a parte, si preannunciano simili.
FONTE: La Repubblica – E. Currò