L’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, ha risposto alle domande dei giornalisti durante la conferenza pre gara di Juventus-Roma, che si giocherà domani sera alle ore 20.45, all’Allianz Stadium”:
Che Juve vuole vedere domani? “Siamo in un buon momento, ma il calcio vive d’equilibrio. Dobbiamo pensare alla partita di domani. Mancano due partite alla fine della prima parte della stagione e domani affronteremo la Juve, che è molto scorbutica da affrontare, perchè non ti dà vantaggi. Se non stai attento, ti fanno uscire dalla partita e hanno giocatori validi davanti. Non bisongerà strafare. Per quanto riguarda gli infortunati, a parte De Sciglio, che ha fatto qualche allenamento della squadra, Alex Sandro, che deve smaltire altri dieci giorni di stop, e Kean, che è un po’ distante, tutti gli altri stanno bene. Domattina dovrò valutare Weah. Chiesa sta meglio”.
Qual è l’elemento che la rende orgoglioso del lavoro fatto quest’anno? “Sono contento, ma non abbastanza. Agnelli? Sono molto legato ad Andrea Agnelli: oltre all’aspetto professionale, c’è una questione morale. Dal ottobre del 2021 abbiamo avuto casini interni, ma proprio lì abbiamo cominciato a lavorare. E dobbiamo continuare a farlo con profilo basso per arrivare tra le prime quattro”.
Mourinho ha detto che vorrebbe rimanere alla Roma. Lei ha detto alla società di rimanere? “Alla società non ho detto nulla. Bisogna concentrarci sul nostro percorso, che prevede anche dei ragazzi che stanno giocando. Colgo l’occasione per esprimere un parere sul Decreto Crescita: la Juventus si trova avvantaggiata, perchè ha lavorato per dieci anni col settore giovanile”.
Domani è tentato dal fare giocare Yildiz? “Domani mattina deciderò chi far giocare. La cosa fondamentale è che stanno tutti bene sia mentalmente che fisicamente. Questo spirito lo dobbiamo portare avanti fino alla fine e anche in questo finale di anno”.
In cosa sono diversi Vlahovic e Lukaku? “Su Lukaku non rispondo perchè non l’ho allenato. Su Vlahovic dico che è un giocatore importante per la Juventus. Ha ventitré anni e avrà un futuro brillante per almeno i prossimi dieci anni. Quando ci sentiamo e ne parliamo non è che ci sentiamo accerchiati. Nel calcio non c’è un’assoluta verità. Ci sono mille variabili. Ancelotti? Carlo è un allenatore straordinario esattamente come José. Hanno in comune delle cose inconfutabili: i risultati. Essere accostato a loro è un orgoglio. Quando ho iniziato ad allenare in A al Cagliari, io ero un “bambino” e Mourinho, che era all’Inter, aveva già vinto delle robe”.
Con Chiesa pensa di adottare una strategia rasserenante come quella presa con Vlahovic. Cosa pensa del risultato? “Io, quando ero piccolo e tornavo a casa, non ero contento. Il risultato è importante e lavorano in funzione del risultato. Poi ci si può lavorare sui modi. Chiesa? Ha avuto un intoppo, ma oggi era bello pimpante. I risultanti li possiamo ottenere sui nostri limiti e su quelli che sono gli obiettivi personali al servizio della squadra. L’anno prossimo dobbiamo tornare a giocare la Champions League, che quest’anno ci hanno tolto”.
Ha un auspicio per il prossimo anno? “Stare bene che è la cosa più importante e poi ottenere i risultati, che sono la cosa più importante”.
FONTE: Il Tempo