Vincent Candela domani spegnerà 50 candeline e in occasione del suo compleanno ha concesso una lunga intervista. Queste le sue parole:
“Mi sarebbe piaciuto avere un ruolo a Trigoria, tra calciatori e dirigenza, occuparmi delle dinamiche del gruppo. Ho sempre chiesto, fin dai tempi di Baldini, poi ne ho parlato con Montella, con Di Francesco, sarei andato anche gratis. Forse non sono in grado, forse mi sono posto male. Un po’ mi è dispiaciuto. È una follia che Francesco non faccia parte della Roma. Le sue maglie sono ancora oggi le più vendute, è uno conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. È la storia di questo club, forse è uno scomodo, magari fa ombra a qualcuno, non saprei. Uno come lui ci deve stare, magari insieme”.
A cinquanta anni ci dice se era più forte Totti o Zidane? “Uno ha giocato solo nella Roma, l’altro nel Real, nella Juve; uno ha fatto cento gol e ha vinto tutto, l’altro trecento e vinto meno. Ma come si fa a rispondere? Impossibile”.
Perché ha smesso presto? “Quando sono andato via da Roma si è spenta la luce, sono partito lasciando 2 milioni e mezzo. Non ho mai giocato per soldi, altrimenti avrei tirato fino a quarant’anni».
Con Zeman male? “Ci faceva fare delle cose che non mi piacevano e spesso litigavamo. Ero sul mercato, mi voleva Lippi all’Inter. Non sarei scappato di notte come altri”.
Anno 2004, la sera della Befana: Roma-Milan, cosa è successo? “Eravamo tutti arrabbiati con i brasiliani, scesi in campo pur essendo tornati tardi dalle vacanze di Natale. Il gruppo è il gruppo e in quel momento si era diviso”.
Il suo rapporto con Capello? “Facevo un po’ come volevo. Dopo le partite in trasferta, spesso restavo in città e alcuni giocatori chiedevano al mister se potevano rimanere con me. Con Capello era così: io do tutto, ma poi non mi rompere”.
FONTE: Il Messaggero
AS ROMA Presenta con Adidas la nuova maglia “Home” 2023-2024 (TESTO)(FOTO)(VIDEO)