Marash Kumbulla, in prestito all’Espanyol, sta disputando una stagione nella quale, dopo l’infortunio al ginocchio, sta ritrovando continuità nel giocare. Il difensore ha infatti collezionato 31 presenze e 3 gol. Ancora di proprietà della Roma, Kumbulla ha rilasciato alcune dichiarazioni parlando anche del suo prossimo futuro. Queste le sue parole:
“All’inizio ero un po’ titubante, per il fatto di cambiare città e Paese. Ma è bastata una settimana, mi sono ambientato benissimo e mi sembrava di essere in Italia: la differenza è la lingua, ma culturalmente Spagna e Italia sono molto simili. Anche il fatto di giocare aiuta molto, perché ti relazioni coi compagni con molta più intensità rispetto a quando non giochi dall’inizio. Adesso sono innamorato della città”. (…)
Quanto è stato importante ritrovare continuità dopo il brutto infortunio al ginocchio? “È molto importante. Quando torni da un infortunio così, hai bisogno di quel tempo, che poi varia da persona a persona, in cui devi tornare a essere quello che eri prima. Ti alleni, giochi, ma non ti senti ancora al meglio: io ho avuto bisogno di questi mesi per ritornare a quello che ero prima, e con la costanza di giocare ogni settimana mi sono ritrovato”. (…)
Serie A contro Liga, cosa cambia? “È un calcio meno tattico rispetto all’Italia, si è più esposti a contropiede o giocate offensive. E poi c’è una grande differenza nella mentalità, che qui è molto serena”. (…)
Cosa pensi se ti chiedo della vittoria della Conference con la Roma? “Mi ricordo sempre la festa subito dopo la partita con i tifosi, a Tirana: giocare in Albania per me ha reso tutto ancora più speciale. Poi la cosa che mi è rimasta dentro sono stati i festeggiamenti del giorno dopo, per le strade di Roma: sapevo che tifoseria c’è, ma quando sul pullman ci metti non so quante ore a fare il giro di Roma capisci quanto siano attaccati alla squadra”.
Cosa ti è mancato a Roma? “Io sono arrivato nel mercato post Covid, ero partito bene: poi c’è stato un momento in cui comunque ho giocato, ma ero più un’alternativa. E io penso di essere un tipo di giocatore che ha bisogno di costanza, ma più che altro perché fisicamente sono uno che ha bisogno di giocare e allenarsi sempre bene. Magari dopo un po’, essendo anche giovane, non ho saputo magari gestire il tutto. Poi i vari infortuni, ma soprattutto quello principale al ginocchio, mi hanno penalizzato. Però avevo anche tanta bella concorrenza: sapevo di aver davanti giocatori forti. Poi ovviamente tutti vorrebbero giocare sempre e non sei felice quando giochi. Però faccio un esempio: c’è stato un periodo con Mourinho in cui vincevamo un sacco di partite 1-0. Cosa potevo dirgli?”.
Ti capita ancora di sentire qualche compagno, magari Edoardo Bove? “Qualche volta ci sentiamo, l’affetto rimane sempre anche senza sentirsi tutti i giorni. Quel momento lì l’ho vissuto malissimo: stavo guardando la partita e sono rimasto paralizzato, come penso tutti. L’unica cosa che speravo era di ricevere notizie belle il prima possibile, poi ero più tranquillo quando ho saputo che Il peggio era passato”.
Il tuo futuro dove sarà? “Voglio cercare di continuare su questa scia, nel senso di continuità e di costanza nel giocare. Non so quale sarà il futuro: sicuramente a fine campionato tornerò a Roma, perché sono in prestito secco. E poi non so cosa succederà, però sicuramente quello che voglio è cercare di avere più continuità possibile, come l’ho avuta quest’anno”.
Spagna o Italia? “Sicuramente, avendo visto come funzionano le cose qua non chiudo le porte alla possibilità di tornare in Spagna. Però non so davvero niente e intanto penso a chiudere la stagione per bene qua”.
Sei nato e cresciuto in Italia, ma hai sempre giocato con l’Albania. Come mai? “Beh, fino a 18 anni non avevo ancora il passaporto italiano, anche se ero nato in Italia. Da quando avevo 14 anni mi ha chiamato l’Albania e ovviamente ci sono andato: i miei genitori sono albanesi, la mia famiglia è albanese, e ci tenevo a andarci. Poi, quando ho iniziato a giocare in Serie A, c’è stato un piccolo interessamento dell’Italia: ho voluto continuare con chi aveva sempre sempre creduto in me. Non è stata neanche una vera scelta, ho sempre giocato con l’Albania e sono contento di farlo”. (…)
Un Italia-Albania ai Mondiali? “Sarebbe bellissimo, magari”. (…)
FONTE: tuttomercatoweb











