Il bomber giallorosso, Tammy Abraham, ha rilasciato alcune dichiarazioni un’intervista a largo specchio dove ha parlato di tutto…
Come stai? “Sto bene”.
Come ci si sente a stare lontani da casa? “Ad abituarsi ci si mette un po’, ma dopo trovi casa, ti sistemi e inizi ad esplorare, a conoscere i ristoranti… Ora sto bene a Roma, a volte casa ti manca ma sono qui per un motivo. Per fare il mio lavoro”.
Come è stato lasciare il Chelsea? “Sapevo che sarebbe arrivato il momento di andarmene e vivere anche altre realtà. Sono cresciuto lì ed è bello esplorare nuove culture, nuove realtà. Sono arrivato al Chelsea quando avevo 6 anni. Tutto è cominciato mentre giocavo a pallone con mio fratello. Mia mamma aveva un amico che lavorava in una squadra che le disse di portarmi da loro per vedere se potevo unirmi alla squadra. Sono cresciuto con giocatori come Mount e James. Quando a maggio abbiamo vinto la Champions League tutti insieme è stato semplicemente incredibile. Non ci sono parole per descriverla. Quello che mi ha spinto a dare il massimo è stata la mia famiglia. Mio padre ha sempre fatto molto per noi e io volevo ripagarlo dandogli una vita migliore”.
C’è qualcosa che ti ha motivato o ispirato nella tua crescita? “La mia vita non è sempre stata facile. Mio padre lavorava molto, così come mia madre che faceva di tutto per portare me e mio fratello agli allenamenti e mia sorella a scuola. Situazioni come queste, piccole cose, come il periodo in cui io e i miei fratelli condividevamo un’unica stanza. Cose così mi hanno motivato, mi hanno fatto pensare ‘voglio farcela’”.
C’è qualcuno con cui sei ancora in contatto? “Parlo sempre con Reece (James, ndr), siamo cresciuti insieme e ora segna e diverte. E’ un giocatore incredibile. E’ tra i migliori. Sono ancora in una chat di gruppo con gli altri ragazzi, in cui parliamo spesso e commentiamo cosa succede”.
Com’è tornare in Nazionale ora che sei a Roma? “E’ una bella sensazione, anche se inizio a dimenticare l’inglese”.
Hai imparato l’italiano? Dicci una frase… “Ho bisogno di una conversazione. (Qualcuno fuori inquadratura lo incalza con un “dimmi tutto”). Troppo veloce. (Poi, in italiano) Parla lento. Come sto? Bene, grazie. (Torna a parlare in inglese) Riesco a comunicare. Sto imparando. E’ buffo ripensare al mio debutto e a quanto ero teso. Ora scendere in campo è divertente, vuoi giocare perchè sai che tutti vogliono vincere. E’ un bel posto per lavorare, sono tutti tranquilli e tutti vogliono vincere”.
La giornata tipo… “Dopo l’allenamento mi piace rilassarmi a casa o andare a mangiare fuori. La mia cucina preferita? Direi quella italiana, non mentono sul loro cibo! Si mangia bene. Poi mi piace andare un po’in giro e vedere Roma. Con i miei compagni ho un bel rapporto, ma hanno pessimi gusti musicali, tranne Pellegrini. Se non c’è lui a sceglierla è dura. Anche i brasiliani ascoltano buona musica”-
FONTE: Pro Direct Soccer