Manuela Giugliano è abituata ad affrontare i pressing avversari e a uscire da situazioni difficili, senza titubare. Lo fa in campo e fuori, nella vita di tutti i giorni. Col sorriso che la contraddistingue, ci ha portato all’interno del suo mondo, e, tra successi e ambizioni future, ci ha raccontato parte della sua vita.
La prossima stagione… «L’obiettivo per il prossimo anno è vincere il triplete a Roma. Semplice no?».
Totti… «Dopo la vittoria del campionato mi ha scritto un messaggio per farmi i complimenti. Sono rimasta a bocca aperta. Non potevo crederci, Francesco è da sempre uno dei miei idoli. Ci siamo promessi di andare a pranzo insieme».
La nazionale italiana… «Vestire questa maglia è un motivo d’orgoglio immenso. È il sogno di tutte le ragazze che iniziano a giocare a calcio».
Gli inizi… «La mia passione per il calcio nasce nella pancia di mamma. Continuavo a scalciare; le ho fatto passare le pene dell’inferno. Mio padre e mio fratello, ex calciatori, mi hanno convinto a provare. Quando ero piccolina, 5-6 anni, giocavo insieme a loro nel campetto vicino a casa».
Il trasferimento alla Torres… «Era la mia prima esperienza fuori casa. Mi sono realizzata, come calciatrice e come persona, in quell’anno lì».
La prima convocazione in nazionale… «Ricordo, come se fosse oggi, quel momento. Una gioia immensa; il traguardo più importante per una calciatrice. Io mi aspettavo di fare tutta la trafila giovanile e quella chiamata fu una grande, piacevole, sorpresa».
Il Mondiale del 2019… «Quel mondiale è stata un’esperienza fantastica. Siamo riuscite a portare, a tutto il movimento femminile italiano, una visibilità senza precedenti. Abbiamo fatto appassionare tante persone che inizialmente erano scettiche. Quest’anno voglio fare il possibile per fare ancora meglio; darò tutta me stessa per aiutare le mie compagne a raggiungere un traguardo storico. Sicuramente oggi le ragazze che sognano di giocare a calcio hanno più possibilità. Io ho vissuto l’evoluzione del movimento femminile sulla mia pelle: sono passata da avere un campetto pieno di buche, con spogliatoi sottoterra, ad avere un campo perfetto, un posto col mio nome e un comodo sedile in pelle. Ricordo che inizialmente avevo un solo mister che faceva tutto; oggi, a volte, sono di più i componenti dello staff, rispetto a noi calciatrici».
La stagione appena terminata… «Vivere quotidianamente, fianco a fianco con le mie compagne, una stagione del genere è stato fantastico. È stato un motivo d’orgoglio e una liberazione a livello personale. Da quando ho firmato alla Roma non ho fatto altro che pensare a questo obiettivo».
I 40mila per Roma-Barcellona di Champions League… «Non era mai successo prima. Ci ha fatto capire di aver realizzato grandi cose e allo stesso tempo, ci ha reso consapevoli del lavoro che ancora c’è da fare. È stata un’esperienza unica e un grande passo in avanti per tutto il movimento. Rispetto alle altre nazioni siamo ancora indietro, soprattutto a livello di infrastrutture e riguardo al modo, in cui i club stessi, vedono il calcio femminile».
I riti prepartita… «La Roma ha realizzato una clip, di dieci minuti, dedicata ai riti miei e di Valentina Giacinti. Comprendono molti momenti delle fasi preparatorie delle partite; a partire dal ritiro fino a pochi minuti prima dell’ingresso in campo. Anche in Nazionale, quando facciamo le riunioni tattiche, devo sempre avere alla mia destra Valentina Cernoia. Quando non è convocata, lascio la sedia libera e non faccio sedere nessuno».
FONTE: cronachedispogliatoio.it