La Capitana della Roma Femminile, Manuela Giugliano, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla stagione della Roma e della sua candidatura a Pallone d’Oro:
Che effetto fa essere candidata al ‘Pallone d’Oro’? Eh, bella domanda. Sicuramente è stato inaspettato. Non avrei mai immaginato di rientrare fra le prime 30 al mondo. Dentro è una sensazione indescrivibile, un piccolo grande sogno che si è realizzato che aspetta però di ricevere qualcosa in più… magari non arrivare 30a, anche 29a va bene. L’ho scoperto prima di entrare in un ristorante dove avevamo organizzato già da un po’ di tempo una cena di squadra. Avevo intravisto su Instagram un post di un ragazzo e un secondo dopo mi è arrivata la telefonata dell’ufficio stampa della Roma Femminile: ‘Manu, guarda che sei fra le candidate al Pallone d’Oro’. Io non capivo se fosse vero o meno. Ho tentennato nel dirlo alle mie compagne. Poi ho parlato con Valentina Giacinti, la mia migliore amica, era emozionatissima per me. Così durante la cena l’ho detto alle altre. Mi hanno riempito di complimenti, ma sono io a doverle ringraziare: è anche merito loro se sono arrivata fin qui. Ci tengo a dirlo perché è vero».
Cosa diresti alla Manuela bambina? «Brava, sicuramente. Brava perché nei momenti di difficoltà da piccolina sei sempre andata oltre. Sappiamo benissimo che il nostro mondo non viene ancora proprio accettato e questo in passato un pochino mi frenava. Però sono sempre andata avanti, grazie alla mia famiglia e a me stessa. Quindi, brava perché ci hai sempre creduto».
Totti? «Da piccolina ho sempre sognato in indossare la 10 e la fascia da capitano. È la realizzazione di un altro sogno raggiunto indossando una maglia pesante: Totti è stato il re di tutto. Vedere lui con la mia maglia fra le mani è stato bellissimo. Ho avuto la fortuna di poterlo sentire e ringraziarlo. C’eravamo promessi di organizzare una cena insieme, ancora non ce l’abbiamo fatta. Ma ci riusciremo».
La fascia da capitano? «Che tu abbia il 10 o meno, con la fascia il peso c’è a prescindere: ti porta positività, crescita e ti dà consapevolezza. Io l’ho sempre presa in questo modo. Ogni giorno cerco di onorarla e meritarla perché non è detto che possa indossarla sempre».
La partita contro il Barcellona Femminile allo Stadio Olimpico? «Sinceramente non ci credevo. Non pensavo di avere il Barça davanti, ma di avere 40mila persone tutte lì a vederci. I nostri tifosi ci sostengono sempre e ovunque, sono pazzeschi. Quella sera l’ho vissuta in maniera serena, volevo solo godermela. È stato un momento unico, che non dimenticherò mai nella mia vita. Come potrei mai? Una partita così bella, con tutta quella gente, contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League, dopo che hai fatto un percorso così importante… impossibile da scordare».
Il tuo arrivo alla Roma? «Quando sono arrivata a Roma, avevo un po’ paura perché venivo da città piccole o comunque non così caotiche. Ci ho messo un po’ a trovare la mia stabilità, ma vivere a Roma è come vivere in una grandissima famiglia. Quando ti senti bene, supportata da tutti, dentro e fuori il club, qualsiasi cosa diventa più semplice. E poi è complicato cambiare: per questo sono qui».
La vittoria del primo trofeo della Roma Femminile? «Il significato di quel trofeo è indescrivibile: è stato il primo nella storia della Roma Femminile. È difficile da dimenticare. Ero contentissima, ho vinto contro Valentina Giacinti… ho un po’ tentennato ad esultare vicino a lei. Ora ce l’abbiamo fatta a portarla qui a Roma, diciamo che se n’è dimenticata dai. Quel trofeo ha aperto la strada alla crescita della squadra: la società ha iniziato ad investire costantemente. Io mi reputo fortunata ad essere qui perché vedo ogni giorno quanto la famiglia Friedkin e il club abbiano voglia di investire. Mi sento al sicuro. E l’unico modo per ripagarli è portando trofei».
La Dybala Mask? «Tutto è iniziato in un momento di down. Parlavo con Vale: ‘Non sto segnando più, non creo occasioni. Non mi viene nulla. C’è qualcosa che non va, devo cambiare’. Io e la Giacinti siamo molto scaramantiche, ma davvero tanto. Così abbiamo deciso di partire con un’esultanza diversa. Ho detto: ‘Paulo è forte, fa gol, gioca più o meno nel mio stesso ruolo. La Dybala Mask è perfetta’. Gli ho chiesto il permesso, ripeto. Così alla prima partita ha portato subito bene e ho esultato così. Dal momento in cui l’ho fatta e ho segnato, non l’ho più tolta. Per adesso sta andando bene, speriamo che continui così. Siamo arrivati alla lista del Pallone d’Oro diciamo che ha portato abbastanza fortuna».
FONTE: Cronache di Spogliatoio