L’allenatore della Roma, Josè Mourinho, ha risposto ad alcune domande fatte dal suo “bambino” Obi-Mikel, arrivato al Chelsea proprio quando sulla panchina dei “blues” siedeva lo “Special One”:
“Obi Mikel è uno dei miei ragazzi, ora sono alla Roma e ho i miei ragazzi anche qui. Alcuni di 18 anni, altri di 40. Quando uno di voi mi chiede qualcosa, lo faccio”. Tra risate e battute, come quella in cui il co-conduttore dice a Mourinho che Obi-Mikel si vedeva come un ottimo numero 10, con la risposta del portoghese: “Magari nella sua Nazionale poteva fare ciò che voleva, nel Chelsea meno…”.
Perchè Mourinho amava Obi-Mikel come giocatore… “Mi piaceva tutto di lui, se esamini i centrocampisti posizionali, come li chiamo, che ho avuto in carriera ci sono molte similitudini. Tolto Makelele che era basso, erano tutti alti e forti fisicamente con una buona occupazione dello spazio e con quella che chiamo “semplicità del calcio” che è fondamentale in quella posizione. Le persone a volte confondono il giocatore creativo con uno che gioca semplice. In alcune zone del campo la creatività va bene, in altre aree la semplicità è il genio. La squadra ha bisogno di equilibrio e deve darlo quando la squadra ha e non ha il pallone. Devono essere umili, nel senso di pensare che la squadra sia più importante di loro, quello che dò alla squadra è più importante di quello che la squadra dà a me e forse per questa stasera Obi vuole fare il numero 10, per essere il ‘top guy’…(ride, ndr) ma con me al Chelsea era un fantastico centrocampista posizionale molto veloce nel pensare, un tocco o due tocchi, rendeva tutto semplice”.
FONTE: The Obi One