sta parlando in questo momento della gara di ieri.
Hai dormito questa notte? “Pochi secondi, pochissimi”.
Come ci si sveglia, dopo una vittoria come questa? “Bello, fantastico. Ero all’esordio, vincerlo, segnando, facendo una gran partita… in un momento in cui serviva vincere. Vincere il derby è ancora più bello”.
Quanti secondi hai avuto per capire l’esordio? “Zero, sembrava che Pastore dovesse bere o dovesse chiedere qualcosa, non sembrava star male. Stava giocando un’ottima partita. Dopodiché mi hanno detto di scaldarmi, ho fatto un allungo e mi hanno richiamato in panchina, è stato meglio così”.
Meglio non pensarci… “Sicuramente sì, non c’è stato molto tempo per pensare e riscaldarsi. Sicuramente il mister mi aveva già detto che probabilmente sarei entrato. Anche Daniele stava così così e il Flaco era rientrato da poco. Questo mi ha aiutato mentalmente”.
Te lo sentivi di essere decisivo? “Lo senti, lo percepisci. Mi sono subito sentito bene. È complicato, perché allo stadio c’è tanta gente e un derby per noi romani è particolare, per come lo vive la famiglia, per tante cose. Avevo subito voglia di fare. Mi sono davvero divertito e sono contento”.
Hai giocato in un ruolo diverso dal tuo? “Sicuramente un ruolo in tante cose diverso dalla mezzala, ma in tante cose molto simile. Il fatto di giocare tra le linee, accompagnare l’azione… giocando da trequartista sei anche più libero, sai che dietro sono in due a poter rimediare. Sei più libero dalla fase difensiva, che va fatta sempre, va fatta tutti e undici. Mi piace molto giocare lì, non è che posso giocare lì o solo da un’altra parte, a centrocampo penso di poter immedesimarmi in tutti i ruoli. Di questo sono contento, poi è normale che ci siano cose che riescono meglio. Mi piace giocare lì, ci avevo già giocato al Sassuolo quando c’era un momento che avevamo tanti infortuni, non mi dispiace”.
Il tuo gol è nato dall’istinto? “L’istinto mi ha detto che potevo fare solo quello. C’era Caceres, poi un altro difensore che arrivava. Speravo che entrasse ed è entrata”.
C’eri anche tu su quella punizione… non avevi molte possibilità di tirarla… diciamo il 5%? “Forse era ancora più bassa la percentuale (ride, ndr). Da lì serve come ha tirato Kolarov, una fucilata sul palo del portiere. Tra me e lui è più adatto lui a farlo. Sono conteno per Aleks, se lo merita. Oltre a essere un grande giocatore è una grande persona. Ci ha fatto bene segnare subito, ci ha resi ancora più cattivi e vogliosi di portarla a casa. È stato importantissimo”.
Cosa è cambiato in questa settimana? “Secondo me non eravamo scarsi prima e non eravamo fenomeni adesso. Sicuramente quello che ci ha aiutato è stato guardare la classifica, parliamo di queste cose tutto il giorno. Stare in una parte di classifica secondo noi non meritata ci ha fatto scattare qualcosa, non penso chissà cosa, ma un po’ di voglia di rivalsa, di far capire a tutti che abbiamo voglia di fare bene, ovviamente adesso abbiamo vinto due partite, ci sono altre mille partite da giocare, dobbiamo continuare a dimostrare quello che abbiamo dimostrato”.
Kolarov e De Rossi non erano al 100%… “Il discorso del grande uomo che ho appena detto riferito ad Aleks era anche per questo, noi sappiamo di tante dinamiche che succedono che fuori non si conoscono, se Daniele non avesse detto non si sarebbe saputo che Aleks ha giocato con un dito del piede fratturato. È un grande gesto, perché non ha mollato, non ci ha messo in difficoltà e questa è una cosa che vedo in tutto il gruppo. È un gruppo unito, non si è mai disunito nelle difficoltà, non è mai stato brutto vivere questo gruppo all’interno, è stato sempre bello, soprattutto per noi giovani. È importante imparare da Aleks e Daniele”.
Le cose sono diverse da dentro. “Sono più semplici. Non dobbiamo cercare una soluzione, dobbiamo ritrovare la semplicità, la serenità nel fare le cose. Credo in questo, fare troppe chiacchiere è un po’ sbagliato. È normale, facciamo questo lavoro dall’interno e questo è l’atteggiamento che dobbiamo tenere. Ognuno fa il suo lavoro, c’è chi deve cercare una soluzione, noi che andiamo in campo dobbiamo stare al 100% fisicamente e mentalmente”.