Prima del match, il Genaral Manager della Roma, Tiafo Pinto, ha rilasciato alcune dichiarazioni:
Zaniolo? “Credo che tutti capiscano che lui sia stato un anno e mezzo fermo, ha bisogno di recuperare ritmo e fiducia. Ha giocato 15 partite, ma non bastano, ha bisogno di recuperare anche la chimica coi compagni. Non sono preoccupato, lui sarà molto importante per la Roma e per l’Italia. Queste difficoltà fanno parte del suo percorso di recupero”.
Gli errori col Bodø? “Ci siamo complicati la vita, abbiamo fatto le analisi, ma ora pensiamo a un altro avversario. Non torniamo sulla partita in Norvegia, abbiamo chiesto scusa e siamo andati avanti. Oggi pensiamo a vincere e passare il turno”.
Di cosa ha bisogno la rosa? “Non dimentichiamo che mancano partite importanti al mercato. Vogliamo fare qualcosa per migliorare la squadra a gennaio, nei limiti della strategia del club. Il mister ha sottolineato che il cambiamento di modulo è circoscritto agli infortuni. A gennaio vogliamo migliorare la squadra nei ruoli giusti, in accordo col mister e secondo la nostra strategia sportiva”.
Il nuovo assetto di gioco può valorizzare singoli come Mkhitaryan, Pellegrini e Zaniolo? “Quando abbiamo costruito la rosa lo abbiamo fatto sulla base dell’altro modulo, ma c’è sempre un’alternativa. Questa lettura è giusta, ma cambiando modulo ci sono sempre giocatori che ne traggono beneficio e altri che vengono penalizzati. Il mister sa come giocare, noi dobbiamo aggiustare la squadra quando ci sono problemi, ma al di là dei moduli, le dinamiche di squadra vanno oltre i numeri”.
Felix è la fotografia della strada che deve percorrere il calcio italiano in un momento così difficile? “Io non voglio essere teorico, le persone che comandano il calcio italiano sanno meglio di me cosa fare, ma io credo molto in questo percorso. Abbiamo preso Felix a gennaio, lavora con la prima squadra dall’estate, ci vuole tempo ancora, ma lui dimostra la strategia della Roma. Io in Italia vedo giovani come Scamacca, Piccoli e altri che hanno un valore incredibile. Spesso c’è bisogno di prendere strade lunghe, che magari non danno risultati immediati, ma poi li danno. Prendiamo ad esempio il Chelsea, ha vinto la Champions, ma per 4-5 anni non ha vinto nulla. A me piace questa strategia, ma non voglio parlare a nome dell’Italia”.
FONTE: Sky Sport