Sei in Italia da un anno ormai, come stai?
“Mi trovo molto bene e sono nel momento migliore della mia carriera”.
Sulla gara contro la Juventus? “La squadra è pronta. Siamo riusciti a tornare noi stessi dopo alcune settimane difficili. Stiamo bene psicologicamente. Siamo tornati a vincere, facendo il nostro gioco, un qualcosa che ci era costato la sconfitta nelle due partite precedenti”.
La Juventus di Pirlo è una squadra asimmetrica che difende con due linee da quattro, ma imposta con i tre dalla difesa. Come si fa a farle male? “Abbiamo lavorato molto sul nostro gioco, cercando i loro punti deboli che sono pochi perché è sono una grande squadra. Il nostro sistema di gioco è ben definito e ci ha permesso di far bene contro buona parte degli avversari. Siamo terzi in campionato per merito nostro. Per quanto la Juventus sia forte, non dovremmo impressionarci, ma piuttosto dare il massimo livello del nostro gioco”.
Per come giocano le due squadre sarà una lotta per avere il possesso… “È la base del nostro gioco. Ecco perché ho deciso di sposare questo progetto. Il tempo mi sta dando ragione. Anche loro vogliono la palla e hanno persone per conquistarla. Sarà una grande battaglia per imporre lo stile di gioco”.
Davanti a te e Veretout ci saranno probabilmente Arthur, Rabiot e Mckennie che ha avuto un grande impatto anche nell’area dell’avversario… “Il loro centrocampo ha qualità. Conosco bene Arthur, gli piace avere il pallone ed è molto difficile toglierlo. Si integra bene con Bentancur o Rabiot, e poi c’è il fattore McKennie. Gioca con molta intensità per tutto il campo. Devi essere attento. Ma il nostro centrocampo è molto forte e pronto per la battaglia. Abbiamo l’assenza di Pellegrini, che per noi è un giocatore importante, ma chi giocherà lo farà molto bene”.
Puntate al titolo? “Sarebbe un errore non farlo. L’obiettivo principale è quello di entrare in Champions, ma non diciamo di no a niente. Non abbiamo paura, ma giochiamo una partita alla volta. Siamo terzi e la mentalità è quella di recuperare il gap dall’Inter, che è seconda (momentaneamente in testa ndr). Recuperare il ritardo con chi sta di fronte a noi, è così che funziona. Ovviamente sarebbe bello essere in lotta per il titolo a fine stagione”.
Come avete vissuto il caso Dzeko? “Penso che non sia un argomento di cui dovrei parlare. Ne ha già parlato Tiago Pinto. La Roma è un club familiare, e sia lo spogliatoio che tutti gli altri livelli che compongono il club lavorano tutti insieme”.
Sei il giocatore che tocca più palloni… “L’altro giorno ne parlavo con Borja Mayoral. Penso di essere cresciuto dal punto di vista della personalità, nel senso che entro in una partita con l’idea che devo rapportarmi alla palla in modo migliore, senza occupare lo spazio di un compagno di squadra, ovviamente. Preferisco toccare la palla 100 volte in una partita, come nella giornata contro il Parma, che credo sia stato il mio record, facendo giocare bene la squadra Me ne vado più felice così. A poco a poco ho più personalità in questo senso.”
Recuperi anche tanti palloni…. “Sto migliorando. Nelle giovanili difendevo molto poco. Mi sentivo come se fosse un giocatore di qualità, è sempre stato il mio partner di centrocampo a fare il lavoro sporco. Poi ti rendi conto nel calcio professionistico questo non può esistere. Giocando con Veretout, lui ha più libertà e io, oltre a far girare il pallone e mantenere la posizione più a lungo, devo fare un lavoro più difensivo. Questa è una delle cose che ho provato di più, ho dovuto sforzarmi di più in fase difensiva. La palestra mi sta aiutando, sono più preparato a vincere duelli, a saltare di testa o ad andare a terra, cosa che mi piace molto. Mi sento più completo”.
FONTE: AS.com