Come un film già visto. Anche se a Trigoria si augurano un finale diverso. Da Xhaka l’estate scorsa, a Maitland-Niles adesso, il copione sembra lo stesso. Il giocatore trova l’accordo con la Roma per il suo contratto. Lo Special One dà il suo imprescindibile consenso. La comunicazione, noi compresi per carità, dà fiato alle trombe per un accordo da considerarsi in via di definizione.
Poi, al contrario, l’intoppo che frena tutto. Intoppo che in questo caso si chiama Arsenal. Che, in perfetto stile inglese forte di una prepotenza economica sconosciuta a chiunque altro, si irrigidisce sul prezzo del cartellino, sulla formula della cessione, in sostanza fa la voce grossa al motto se volete il giocatore queste sono le nostre condizioni, altrimenti niente da fare. (…)
Nei prossimi giorni scopriremo se il finale sarà diverso, intanto la trattativa per quello che ci risulta è finita su un binario morto. Un binario che, come ti sbagli, può essere rivatilizzato soltanto se si mettono altri soldi sul piatto. Nonostante il sì del giocatore alla Roma con tanto di accordo già trovato per lo stipendio (piccolo aumento per il giocatore), l’Arsenal pur non puntando più su Maitland Niles (ieri in panchina contro il City), non si smuove dalle condizioni dettate alla Roma all’inizio della trattativa.
Ovvero: ok il prestito per una cifra accettata dal club giallorosso (meno di un milione di euro), ok per il diritto di riscatto, niente ok per quel che riguarda la cifra sul diritto e, pure, sulle condizioni perché il diritto si trasformi automaticamente in obbligo. Due elementi che per la Roma fanno tutta la differenza del mondo che, pur apprezzando il giocatore, non vuole sentirsi obbligata all’acquisto. Vediamo i numeri.
I Gunners vogliono fissare a quattordici milioni il diritto di riscatto, con un obbligo condizionato a presenze a una cifra del giocatore da qui alla fine della stagione. L’offerta della Roma per il diritto è arrivata a dieci milioni, con l’obbligo che però scatterebbe con un numero di presenze (di quarantacinque minuti) a due cifre.
Su queste basi le due società si stanno confrontando ormai da diversi giorni e nessuna delle due al momento ha fatto un passo avanti in direzione dell’altra. Inevitabile, quindi, a questo punto parlare di un nuovo braccio di ferro tra i due club, proprio come è successo l’estate scorsa per Xhaka finito, all’epoca, con il rinnovo contrattuale dello svizzero con i Gunners. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri