Nicolò Zaniolo, ecco di nuovo il Real. E come dimenticare quella notte al Bernabeu, c’era ancora il 4-3-3 e lui sperimentava l’ebrezza di fare la mezz’ala. A Madrid, la prima di titolare con la Roma. Zaniolo fu schierato per dare un segnale a qualche compagno un po’ birichino che non si allenava bene. Domani tocca ancora a lui, visto l’infortunio (ieri il sospetto di una lesione evidenziato dall’ecografia, oggi tocca alla risonanza) di Pellegrini e l’assenza di Pastore. Domani sera Nicolò, di nuovo con il Real, sarà ancora titolare non per dare segnali ma per pura necessità. Per emergenza. Sulla trequarti non c’è più nessuno, se non Coric, apparso per soli diciannove minuti contro la Spal e basta. Out pure De Rossi, che almeno poteva essere piazzato in mezzo con Nzonzi, spostando avanti Cristante. L’alternativa, (escludendo Zaniolo) che convince meno Di Francesco: Florenzi in mezzo al campo, quindi ritorno al 4-3-3. Prossimi al recupero Manolas e molto probabilmente Olsen, almeno qualche mezza buona notizia nella burrasca.
DA OLSEN – Sarà/sarebbe – per Nicolò – la seconda da titolare in Champions, mentre in campionato è fermo a una, quella con la Fiorentina al Franchi. Zaniolo lo abbiamo visto poco ma un po’ tutti hanno deciso che si tratti di un gran giocatore. Bel piede, gran fisico, ancora, è un classe 99, come Kluivert. Domani Di Francesco non avrà troppe alternative su cui riflettere, dunque. C’è Zaniolo e poco altro. All’Olimpico, titolare per la prima volta davanti al pubblico della Roma, numeroso e un po’ arrabbiato per quello che la squadra sta facendo in campionato.
FIDUCIA – «Di Francesco è un grandissimo allenatore. Mi aiuta molto, spesso con tanti consigli, ora tocca a me essere bravo per ripagare al meglio la fiducia che mi sta dando». Questo Zaniolo pensa e dice di Di Francesco, ma non sappiamo per quanto durerà questa fiducia in lui, visto che ormai il tecnico combatte con se stesso per restare aggrappato alla panchina. E il futuro sempre in bilico per il tecnico, l’aria non è buona: perché ormai Eusebio sbaglia se fa giocare i giovani e sbaglia se non li fa giocare; sbaglia se cambia modulo e sbaglia se non lo cambia. Quando si arriva a questa situazione, i calciatori, specie i più giovani, non sanno più cosa credere e quella fiducia di cui parla Zaniolo si disperde. La Roma oggi è una squadra svuotata di motivazioni, non funzionano i vecchi (e decisivi in passato), i nuovi hanno parso svariati treni, giovani e non. Il tecnico pure ci mette del suo. E domani c’è la Champions, che quelle motivazioni sa restituirtele a tutti, specie ai ragazzi. Per tanti motivi: perché su quel palcoscenico si possono raccogliere soldi, perché certe partite ti fanno sentire grande e perché in una notte finisci all’attenzione del mondo. Ecco perché, dallo Zaniolo di turno, ci si aspetta un po’ di brio. Che poi bastasse quello…