Chi ti ha impressionato dei nuovi acquisti? “Il ritiro sta andando come tutti volevamo. Le strutture sono eccezionali, mega galattiche. Ci hanno accolto benissimo a San Diego. La squadra si sta allenando molto bene, i nuovi si stanno inserendo piano piano. Mi piace lo spirito che hanno. Questa è la strada giusta. Non è mai facile per i ragazzi nuovi, ma con l’aiuto dei veterani riusciranno a inserirsi”.
Quante volte ti è capitato di vedere uno bravo a palleggiare come Coric? “Non è facile palleggiare come lui. Sono due cose ben diverse, una è il circo e una è il calcio. Ne ho visti tanti palleggiare e fare i numeri e che poi non si sono realizzati. Penso che tecnicamente sia uno portato e spero che ce lo faccia vedere. E’ giovane e forte, sicuramente i tifosi della Roma rimarranno a bocca aperta”.
Kluivert? Ti ricorda il Papà? “E’ identico come fisionomia. Come giocatori però sono diversi. Il papà era più un goleador mentre lui è più un velocista. Cerca sempre l’uno contro uno, può metterti in difficoltà in qualsiasi momento. Lui è piccolo ed esile ma cattivo allo stesso tempo. Farà vedere le sue qualità”.
Come hai visto Pastore? “Pastore penso che tutti lo conosciamo. Ha giocato in Italia, in una delle squadre più forti del mondo, il PSG, e in questa squadra era il giocatore che serviva. Ragazzo eccezionale, disponibile con tutti. Non fa vedere agli altri che è un giocatore sopra la media. Siamo contenti di averlo con noi”.
Che hai pensato quando hai visto Roma-Parma all’ultima? “Tutti hanno pensato quello che ho pensato io. E’ un ricordo indimenticabile, un ricordo che mi auguro si possa ripetere. Noi romanisti viviamo anche di questi sogni, non è che ne realizziamo tantissimi ma con la testa viaggiamo su dei livelli mondiali. Se il calendario ha portato questa partita può darsi che qualcosa di positivo ci sarà. Non dipende da noi, ma dalla squadra”.
Prima di Roma-Parma hai dormito? “Ho dormito anche se era una notte diversa dalle altre. Eravamo convinti di portare a casa il risultato perché era impossibile perdere davanti a tutti quegli spettatori. Era giusto cosi dopo un anno intero da primi in classifica. La squadra era forte, l’allenatore era forte ed è stato giusto così”.
Ti dispiace non aver avuto Di Francesco come allenatore? “Si mi dispiace tantissimo perché, oltre ad essere un mio grande amico, quando ci siamo divisi siamo rimasti comunque in grandi rapporti. Quando ho saputo che sarebbe stato l’allenatore della Roma mi è abbastanza dispiaciuto perché essere allenato da lui l’ultimo anno sarebbe stato perfetto perché è un grande allenatore. Speriamo che possa rimanere sempre qua”.
Pensi che prima o poi farai l’allenatore? “In questo momento non ci penso e non mi piace. Se un giorno mi scatterà qualcosa nella testa ci penserò ma per adesso no”.
Roma-Ajax trofeo città di Roma. Come ti sentivi prima e dopo la partita? “Prima per me era quasi l’ultima partita con la Roma. Due giorni prima mi ero messo d’accordo con la Sampdoria perché non ero ben visto da Carlos Bianchi. Quella benedetta serata ha voluto che rimanessi per sempre alla Roma, per me è stata una fortuna. Per me era una serata particolare, sapendo che poteva essere l’ultima partita con la Roma”.
Cosa provi quando vedi un bambino con la tua maglia addosso? “Quando vedi qualsiasi persona con la tua maglia ti fa un enorme piacere. Mi fa ancora effetto, sempre. Indossata da un bambino ti fa ancora più effetto perché vuol dire che la madre o il padre gli hanno spiegato cosa è successo durante gli anni. Con l’insegnamento dei genitori questo bambino crescerà nel migliore dei modi”.
Pensi che la Roma debba ritirare la 10? “Io ho sempre detto di no ma è una scelta che farà la società. Per ogni bambino è il sogno indossare la 10 della Roma, come lo era il mio. Fortunatamente ci sono riuscito e levare un sogno a un bambino mi dispiacerebbe ma, allo stesso tempo, so che non è facile indossare la maglia numero 10 alla Roma. Se viene un Messi ci pensiamo”.
Qual è il giocatore più simpatico con cui hai giocato? “Cassano, matto e caciarone. E’ uno che lo senti ovunque, è piacevole starsi insieme ma per un giorno non di più”.
Meglio la carbonara o la cacio e pepe? “Quando giocavo non mi piaceva nessuna delle due. Ultimamente ho rivalutato la cacio e pepe. Piatti romani zero, ne primi ne secondi. Adesso assaggio un po’ più di cose, ora mi tocca andare in palestra sempre”.
Hamburger o bistecca? “Hamburger ben cotto, al sangue non mi piace”.
Qual è l’assist più bello che hai fatto? “Quello che mi viene in mente è quello di tacco per Cassano a Roma-Juve. Quello è uno dei più belli. Ora però mi riguardo la cassetta degli assist”.
Tuta o Jeans? “Dipende, in ritiro in tuta ma in genere in Jeans. Adesso dovrei stare più giacca e camicia ma sono come sono”.
Quando hai sentito Federer l’ultima volta e che vi siete detti? “L’ultimo messaggio è prima degli Internazionali di Roma per sapere se sarebbe venuto a disputarli. Mi ha detto di no perché si doveva preparare per un altro torneo”.
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