Se sia vero o meno che non sapeva della statistica di «whoscored» secondo cui è il terzo portiere d’Europa per numero di parate (percentuale superiore all’81%) non si può sapere, ma almeno davanti alle telecamere Alisson decide di fare il modesto. Sa di essere, come rendimento, almeno sul podio della Serie A; sa che la Roma dipende tanto dai suoi interventi e sa pure che, sempre a proposito d’Europa, piace ai club più importanti. Su tutti Real Madrid e Psg: «Valgo 50 milioni? Sono un po’ di soldi, ma io sono concentrato solo sulla Roma», dice diplomaticamente.
SARACINESCA – A due giorni da una sfida importante in casa contro il Benevento, che va vinta a tutti i costi, non avrebbe potuto esprimersi diversamente, ma a fine stagione si metterà con la società a discutere il futuro: rinnovo (a cifre ritoccate verso l’alto) oppure cessione, soprattutto se dovesse arrivare un’offerta da capogiro. Monchi, però, vorrebbe fare di tutto per trattenerlo, perché a Trigoria tutti si sono innamorati di questo portiere bravo e serio. E i tifosi idem, tanto che recentemente gli hanno dedicato un coro, sempre più raro di questi tempi. «Sono cresciuto tanto e devo continuare così», ha spiegato, citando spesso anche il preparatore dei portieri, Savorani, determinante nella crescita sua, come in quella di Szczesny.
SUL PODIO – Sperava, Alisson, di giocarsi lo scudetto con l’amico ed ex compagno polacco, ma i fatti dicono che la Roma lotta solo per la Champions: «Dobbiamo arrivare almeno tra le prime tre. L’Inter ora è in difficoltà, ma sulla carta ha una grandissima squadra e un grande allenatore. La Lazio sta giocando benissimo, ha grandi calciatori ed è molto forte davanti. Noi pensiamo bene a fare il nostro lavoro».
LE RIVALI – Per farlo, la Roma deve dar seguito alla vittoria con il Verona e in questo senso il calendario dà una mano a una squadra che era in crisi di gioco e risultati: «Sì, ma questa crisi l’abbiamo lasciata fuori Trigoria – ribatte Alisson –. Noi calciatori dobbiamo ragionare e stare tranquilli anche se il risultato non viene. A volte abbiamo sbagliato troppo, ne siamo consapevoli. Col Verona è andata bene, abbiamo vinto, anche se siamo andati in difficoltà con l’espulsione di Pellegrini. Ma anche in inferiorità numerica loro non hanno mai tirato in porta e alla fine ce la siamo cavata. È importante per la crescita della squadra, dobbiamo continuare così». Lui di sicuro, la speranza di Eusebio Di Francesco è che lo seguano in tutto e per tutto anche i suoi compagni.