A Roma, la sensazione che si respira, non è il malinconico disfattismo degli ultimi anni, bensì una speranza salda, matura, almeno per il mix che può regalare la stagione ai titoli di coda e il mercato che verrà. Grazie soprattutto alla straordinaria cavalcata in Champions, l’ambiente giallorosso ha percepito la crescita reale che società, allenatore e squadra hanno fatto, ponendo le basi per i successi attesi. Non è un caso che lo stesso capitan De Rossi domenica abbia detto: “In passato, a questo punto della stagione molti non vedevano l’ora che finisse e magari pensavano ad andare via, mentre ora tutti vogliono restare”. E poi ha aggiunto: “Da qui al 18 agosto (fine del mercato, ndr) dobbiamo essere perfetti“.
Monchi è già da tempo sul mercato. Se Pellegrini tranquillizza (“Ho la clausola di rescissione, ma non è detto che cambi squadra ogni anno, perché sarei contento di fare la carriera di De Rossi o Florenzi“), per altri giocatori a fronte di offerta congrua, il ds è pronto ad ascoltare. E questo può valere anche per big come Manolas, Florenzi, Strootman, Nainggolan, El Shaarawy o Perotti. Discorso diverso per Alisson, che il club vuole tenere, ma sarà il portiere a decidere se accettare il rinnovo o ascoltare le sirene, prima fra tutte il Real Madrid. Dopo aver praticamente chiuso per Ante Coric, tornano forti le voci che vogliono la Roma interessata a Hakim Ziyech, 25 anni, centrocampista marocchino dell’Ajax, e agli italiani Cristante e Berardi, oltre ad Acerbi, con gli ultimi due che Di Francesco ha avuto al Sassuolo. Sia Verdi (Bologna) che Chiesa (Fiorentina) piacciono, così come tra i baby stranieri sono seguiti Justin Kluivert (Ajax) e Marko Johansson (Malmoe).
Parlando di mercato, Di Francesco ha spiegato: “Dobbiamo rinforzare difesa, centrocampo e attacco, oltre a crescere qualitativamente. Ci manca qualche gol. Balotelli? Lo avevo già cercato quando ero a Sassuolo, ma è indubbio che Mario sia un giocatore dalle grandi qualità. Se ho temuto di perdere a gennaio Dzeko? La trattativa c’è stata, è inutile nasconderlo, ma per noi è un giocatore fondamentale. Schick? Ha grandissime potenzialità, io devo metterlo nelle migliori condizioni per potersi esprimere e lui deve continuare a lavorare. Alisson? Forse è il portiere più forte in Italia“.
Poi Di Francesco, parlando degli arbitri, aggiunge: “A Trigoria non deve esserci vittimismo. Le persone che si piangono addosso non mi piacciono. La polemica sul gioco tra Sarri e Allegri? Io vorrei vincere attraverso il bel gioco, ma criticare Allegri è impossibile. La pecca del Napoli è che si è sentito già vincitore quando ancora era a -1 dalla Juve. Anche la polemica sugli orari in cui si gioca mi sembra lasci un po’ il tempo che trova“.