«Mi chiamò Pallotta, due anni fa, per portarmi alla Roma: io, però, avevo già firmato per il Bayern». La verità, basta solo avere pazienza, prima o poi viene sempre a galla. Così Ancelotti, a margine del Premio nazionale letteratura del calcio Antonio Ghirelli che gli è stato consegnato a Torino (il suo libro Il Leader calmo), ha raccontato quanto accadde a fine 2015, con Garcia di fatto già scaricato e Spalletti non ancora ingaggiato. Carletto, accompagnato dalla moglie Mariann in questo viaggio in Italia, è serio e non usa il retroscena tanto per farsi bello. Il legame con il club giallorosso è vero e comunque forte. E proprio la sua signora, canadese di Vancouver, ha confermato che la piazza affascina anche lei. «Siamo stati l’anno scorso e ci ci siamo trovati molto bene. E lì, mi sembra, il proprietario è americano». «Di Francesco è davvero bravo» aggiunge Ancelotti. Che non si è perso in tv Milan-Roma. «Mi è piaciuto Pellegrini: ha fatto una gran bella partita»
Televisione e niente stadio. «Non sono stato a San Siro per evitare che fosse ipotizzato un mio ritorno in rossonero. E non andrò neanche al derby. E niente Italia-Macedonia». Vola a Madrid: lì ha conquistato la Decima. «Hanno detto che sono andato via dal Real per il legame troppo forte con i giocatori. E dal Bayern perché non ce l’avevo proprio. Ho sempre avuto un rapporto con gli uomini non con i calciatori. Ma in campo l’allenatore ne manda undici e deve essere sostenuto dal club nelle scelte». Cioè quanto non ha fatto la società bavarese. «Come ho scritto nel libro l’esonero fa parte del calcio. Io, e si legge nel titolo, sono sempre stato calmo. E Liedholm è stato fondamentale». Abbraccia Matarrese che lo portò in azzurro da vice di Sacchi: «Ma per la nazionale è presto, mi piace l’odore dell’erba e vivere il campo ogni giorno. E vedo sulla panchina del Milan Montella, su quella della Roma Di Francesco e su quella della Nazionale Ventura… Li stimo e li apprezzo. Montella mi vuole vice: ok, ma farei una partita per uno. Bisogna trovare il club che ce lo permetta». Vincenzo su Twitter: «Ancelotti numero 1».