Di Francesco è ciò che ci vuole per questa squadra. A Sassuolo sono cresciuto, ma sognavo di tornare ad indossare la maglia della Roma. Farà effetto portare lo stemma sul petto davanti ai nostri tifosi
Di Francesco non lo ha mai nascosto, sin dal suo arrivo a Roma, Lorenzo Pellegrini “è un giocatore molto interessante, è un ragazzo che è un’ottima mezz’ala e ha avuto un grande percorso di crescita, impressionante”. Quindici giorni dopo arriva l’ufficializzazione del ritorno del centrocampista romano in giallorosso, un obiettivo che Pellegrini si era prefissato quando due anni fa aveva lasciato la Primavera. La scorsa domenica a Bergamo ha fatto l’esordio stagionale per pochi minuti.
La Roma è partita con il piede giusto in campionato grazie alla vittoria di Bergamo, lei poi hai anche giocato nei minuti finali; come hai visto la squadra contro l’Atalanta? “Ho visto una ottima squadra, un ottimo blocco squadra che ha lottato con un unico obiettivo, vincere la partita in un campo non semplice. Sappiamo tutti che l’Atalanta ha fatto bene l’anno scorso e penso che farà bene anche quest’anno. Però abbiamo vinto una partita importantissima…”.
Dopo un duro lavoro fatto durante il precampionato ora si inizia a fare sul serio contro una big del nostro calcio: che idea si è fatto dell’Inter? “Penso che l’Inter ha cambiato molto, proprio come noi. Sono un’ottima squadra, ma lo siamo anche noi. Noi giochiamo in casa e l’obiettivo è vincere, come in tutte le gare che giochiamo. Poi si sa come è il calcio, però partiamo sempre per vincerle tutte, come quella di sabato”.
Se dovesse togliere loro un calciatore, chi sceglierebbe? Chi fa più paura? “Obiettivamente mi piace molto Icardi, ha una grande cattiveria nell’interpretare il suo ruolo. È il giocatore che toglierei all’Inter, ma non credo che lo farei giocare con noi, visto che abbiamo Dzeko che è uno degli attaccanti più forti che ci sono in Italia”.
Si è giocata solo una partita per ora, che tipo di campionato si aspetta? “Sarà un campionato in continua crescita, so come si lavora qui. So che creando dell’entusiasmo ci si possono togliere grandi soddisfazioni. Questo è il nostro primo obiettivo. Noi di Roma sappiamo cosa significhi giocare e vincere qui, per questo impegnarci in ogni partita per vincerla è il nostro primo obiettivo. Poi quello che raccoglieremo lo vedremo alla fine”.
Sabato potrebbe scendere in campo all’Olimpico; che sensazioni prova al pensiero di ritrovare i tuoi tifosi in una serata che si annuncia particolarmente “calda”? “All’Olimpico sono sceso in campo solo da avversario, sicuramente giocare con questo stemma sul petto mi farà effetto. Ci saranno tutti i nostri tifosi ed è una cosa che mi emoziona molto. Non vedo l’ora che arrivi sabato”.
Quanto è importante per voi il loro contributo? “Importantissimo… La piazza di Roma comporta tante responsabilità, ci sono pro e contro. Ci vuole molto poco per sentirsi in alto e molto poco anche per avere delle difficoltà, l’importante è stare sempre sereni e creare intorno a noi quell’entusiasmo che ci possa dare una spinta in più. I tifosi sono più importanti di noi”.
Lei e Di Francesco… “Ci conosciamo molto bene, abbiamo lavorato due anni insieme a Sassuolo e stiamo continuando a farlo qui. Sono molto contento di questo. So bene quello che lui vuole da me, e cerco di farlo sempre meglio.
Io penso che il Mister sia l’uomo giusto per questa Roma, e durante l’anno avremmo modo di vedere che è stata la scelta giusta”.
Il fatto di conoscere il suo calcio può essere un vantaggio per lei? “Certamente sì anche se il suo modo di giocare non è facilmente interpretabile all’inizio. Serve un po’ di tempo per poterlo assimilare perché è un gioco di movimenti e di tempi e ci vuole un po’. Anche io all’inizio ho fatto un po’ fatica, ma poi è talmente bello che ti viene tutto quasi naturale”.
Nel suo stesso ruolo ci sono Strootman e Nainggolan? E che cosa ha avuto modo di imparare lavorandoci accanto in queste settimane? “Sono prima di tutto due ragazzi e poi due calciatori fantastici che mi aiuteranno molto a crescere. Allenandomi con loro penso di poter imparare molto. Cosi come Daniele, Maxim e lo stesso Gerson. Siamo un bel gruppetto di centrocampo e questo ci aiuterà nel corso della stagione. Creare tra noi una sorta di “rivalità” è importante anche per alzare il livello degli allenamenti”.
Sono passati un po’ di giorni dal 30 giugno ad oggi, data dell’ufficializzazione del suo ritorno in giallorosso, ci fa un primo bilancio? “Ovviamente sono contentissimo di essere tornato a Roma. Qui mi sento a casa e per me già questo basta. Spero e penso di poter dare molto di più di quanto si è visto fino ad adesso. Nel corso della preparazione non è mai semplice, soprattutto l’inserimento in un nuovo gruppo. Ci vuole un po’ per entrare nei meccanismi, ma sono sicuro che questo gruppo ce la farà, spero proprio che riusciremo a toglierci delle soddisfazioni, vogliamo provare a vincere qualche cosa”.
Due anni fa ha lasciato la Primavera della Roma per andare a fare esperienza al Sassuolo. Che giocatore era Lorenzo Pellegrini allora e che persona è oggi? “Era molto meno maturo, più ragazzo anche vista l’età. Non aveva mai vissuto in prima persona il calcio professionistico. Quel ragazzo aveva e ha tanto da imparare… Sono uscito dalla Primavera con degli obiettivi che mi ero dato, e uno era tornare a Roma. Adesso che sono riuscito a realizzare questo primo piccolo obiettivo c’è ancora tanta strada da fare. L’importante è non accontentarsi mai e continuare sempre a migliorare”.
Che cosa ricorda del suo esordio a Cesena? “Il ricordo è bellissimo, un sogno realizzato e inaspettato. Garcia non mi aveva avvisato. Ero andato bene nella rifinitura, mi sentivo bene e il mister mi fermò e mi disse che era molto contento di come stavo crescendo. Il giorno dopo vincevamo 1-0, aveva segnato Daniele. Eravamo in vantaggio, è uscito Salih (Uchan n.d.r.), noi ci stavamo scaldando il mister mi ha chiamato e mi ha fatto entrare. Li per li non ho capito nulla, poi una volta entrato in campo è stato tutto molto più semplice, tante cose quando sei in campo vengono in automatico”.
Tornando indietro nel tempo… all’Inter ha già segnato un gol in una gara importante, che significava qualificazione per il Sassuolo… “Sì una gara importante, essenziale per noi. Tra l’altro legata alla Roma che se avesse battuto il Milan, noi saremmo stati comunque qualificati. Un legame già scritto.
Le emozioni intorno alla squadra erano tantissime, tutto faceva capire che quel Sassuolo non avrebbe mai potuto perdere quella partita, mai… Siamo scesi in campo con una determinazione, una cattiveria una voglia di vincere impressionante. Siamo riusciti infatti a portare a casa il risultato e il sesto posto”.
La stagione sta per entrare nel vivo, anche con gli impegni di Champions League, si è posto degli obiettivi personali? “Sicuramente sì, come ho già detto uno dei miei obiettivi è sempre cercare di fare sempre qualche cosa di più, imparare qualche cosa in più rispetto al giorno precedente.
Certo sarebbe stupendo togliersi delle soddisfazioni in questa città con questa maglia… Giocare per la propria città è fantastico. Lo ripeto, non vedo l’ora che arrivi sabato, Roma-Inter”.