Non ho mai avuto una squadra così forte. Guardando negli occhi il suo staff, negli ufici di Londra dove ha ospitato la Roma quasi al completo, James Pallotta non intendeva ridimensionare Spalletti e tutti coloro che non lavorano più per lui, né riferirsi al valore tecnico di un parco calciatori che andrà ancora coltivato. Ma con queste parole così definitive voleva dare il benvenuto ufficiale al gruppo di persone a cui ha affidato il futuro del club.
L’INCONTRO – Non è stato un saluto e basta, la visita di Eusebio Di Francesco. Semplicemente perché Pallotta lo conosceva già. Lo aveva incontrato altre quattro volte prima di decidere che sì, era l’uomo giusto per la Roma, convinto dal suo stile dopo aver registrato positivamente le referenze di Monchi e Baldissoni, che ieri erano naturalmente presenti al meeting inglese. E’ stata piuttosto una riunione operativa, in cui Di Francesco è stato informato ufficialmente dei programmi della società nel breve e nel medio periodo. Non solo mercato, quindi, ma strategie macroeconomiche a lunga scadenza.
FILOSOFIA – Sarà certamente una Roma diversa. Le scelte tecniche e di conseguenza i risultati determineranno il giudizio ex post sul valore della squadra rispetto a quella che ha appena centrato la qualificazione in Champions League. Più o meno forte, insomma, si vedrà, ma quello che è sicuro è uno stile differente di ricerca dei calciatori (il metodo Monchi) e di educazione tattica (il calcio verticale targato Di Francesco). Pallotta ha chiesto di sapere tutto dei nuovi acquisti, a cominciare da Hector Moreno di cui già apprezza la fama di combattente. E’ felice di aver riabbracciato Lorenzo Pellegrini, nell’ottica già dichiarata di recuperare il valore dei prodotti costruiti in casa. Ha avallato senza rimpianti la partenza di Salah, che nel frattempo sbarcava a poche centinaia di chilometri da Londra, ritenendo che fosse la cessione meno dolorosa da accettare nel rispetto del fair play finanziario.
RISPARMI – Un primo traguardo in questo senso è vicino: il monte stipendi, che per Pallotta era al primo punto del percorso di ristrutturazione industriale, è sceso già di circa il 10 per cento, grazie soprattutto ai commiati di Szczesny, Salah e Vermaelen e alla decurtazione del salario di De Rossi. Anche il saldo della campagna trasferimenti è in attivo: dando per incassati i 40 milioni per Salah, ne sono stati spesi 5,7 per Moreno, 10 per Pellegrini e (presto) tra i 12 e i 15 per Karsdorp.
IL SIMBOLO – Non è stato invece affrontato, se non marginalmente, l’argomento Totti. Di Francesco aveva già spiegato, come Monchi, di volerlo accanto come utile riferimento nei rapporti interni. Toccherà al capitano, o meglio ex capitano, decidere se gli basta