E no, non è una battuta: la Roma è terra di Pellegrini. Lorenzo sta tornando dopo i due anni di apprendistato al Sassuolo, che gli sono valsi la Nazionale e una crescita spaventosa, ma sulla rigogliosa erba di Trigoria sta spuntando piano piano un erede, soltanto omonimo eppure lanciato sull’onda di un cognome fortunato: si chiama Luca e gioca terzino sinistro. Mino Raiola, che non per caso l’ha preso sotto la sua robusta ala protettrice, invita a scommettere su di lui. E Alberto De Rossi, che allena la Primavera, gli ha dato indirettamente ascolto visto che gli ha affidato il posto (quasi) fisso in squadra nonostante l’età, inferiore alla media del gruppo.
CREDENZIALI – Nato nel 1999, Pellegrini si è presentato con autorità anche allo stadio Olimpico giocando una Supercoppa sontuosa contro l’Inter. Bravissimo in fase di spinta, dotato di ottima personalità, magari anche troppo sicuro dei propri mezzi, è presto finito sui tablet degli osservatori di tutta Europa. E attraverso il lavoro ha meritato le attenzioni di Spalletti che lo ha fatto allenare stabilmente con i grandi e lo ha pure portato qualche volta in panchina. Con ogni probabilità Di Francesco lo vorrà con sé in ritiro e anche nella tournée statunitense, a meno che prima la Roma non decida di mandarlo a giocare in prestito in un club che possa valorizzarlo.
INIZI – Luca Pellegrini è stato scoperto dal migliore talent scout che esista sul territorio: Bruno Conti, che secondo la leggenda per misurarne l’abilità si mise a palleggiare con lui sul campo del Tor Tre Teste prima di sceglierlo. Ed è sempre stato Conti a bloccarlo, ben assistito dai genitori del ragazzo, quando il direttore sportivo del Reading, club inglese dei sobborghi di Londra, si presentò a Roma con l’offerta intrigante di un contratto da professionista. Pellegrini, infanzia da nuotatore e piedi delicati, si fidò del mentore e venne accontentato ben presto, con una firma valida fino al 2018. Adesso dovrà rinnovare, naturalmente, ma la Roma e Raiola sono in sintonia negli ultimi tempi e difficilmente il ragazzo andrà via senza che sia la società a deciderlo. E’ molto amico di Donnarumma, che ha conosciuto nelle nazionali giovanili, ma forse si comporterà diversamente.