Alle ore 13.45, Gian Piero Gasperini e il giocatore Bryan Cristante, risponderanno alle domande dei giornalisti nella conferenza pre gara di Roma-Midtjylland, in programma domani 27 novembre alle ore 18.45 allo Stadio Olimpico:

Che partita si aspetta contro il Midtjylland? “È una bella squadra, con alcuni giovani veramente interessanti, bravi. La squadra gioca anche un buon calcio offensivo, hanno qualità in attacco e anche varietà di giocatori. È una bella partita, una partita secondo me aperta, con due squadre che cercano di fare gol”.
C’è una crescita del calcio scandinavo o un calo del calcio italiano? “La Norvegia ha vinto di largo due volte sull’Italia. Il Bodø/Glimt ha rischiato di fermare ieri la Juventus. Sono paesi che lavorano bene, come Danimarca, Norvegia e tutta la Scandinavia. Hanno una buona fisicità, ma hanno abbinato giocatori di qualità e di tecnica, non solo fisici. Non c’è più questa disparità tecnica con i campionati migliori. Si vede che hanno vinto 4 partite su 4 e questo è un segnale”.
C’è stato un punto di svolta mentale dopo la partita contro l’Inter? E quanto state lavorando sull’aspetto psicologico, visto il miglioramento offensivo della squadra? “Penso che sia un po’ riduttivo parlare solo dell’aspetto atletico. Il calcio è un insieme di tante cose, non si possono separare così. Questa squadra indubbiamente sta bene, ma sta bene anche perché ha migliorato la capacità corale di giocare tecnicamente meglio. Giocando tante partite, sotto l’aspetto tattico siamo sicuramente cresciuti, abbiamo più soluzioni. C’è anche tutto l’aspetto della personalità: è una squadra che ha grande personalità. Quando gioca in trasferta, al di là degli ambienti più o meno caldi che abbiamo trovato, ha sempre giocato il suo calcio. E soprattutto mi sembra che siano dei giocatori bravi, perché altrimenti sarebbe veramente difficile. Tutto questo mix ci ha portato a fare una striscia di risultati molto buoni. Però sappiamo benissimo che viviamo un buon momento. Da questo dobbiamo cercare di continuare ad avere la spinta e l’entusiasmo che abbiamo ora, per continuare a migliorarci”.
Dybala e Bailey saranno a disposizione per domani? “L’importante è che siano guariti e che abbiano superato l’infortunio. Ieri hanno fatto il primo allenamento con la squadra e oggi sarà il secondo. Se tutto va bene, saranno a disposizione della squadra. I minutaggi sono relativi: conta che stiano bene e che abbiano superato l’infortunio“.
Sa già da quando Ndicka ed El Aynaoui partiranno per la Coppa d’Africa? E ha in mente come sostituirli? “Loro dovrebbero andare via una settimana prima dell’inizio della Coppa d’Africa, quindi si fa in fretta. Probabilmente già col Como, che giochiamo di lunedì, non saranno a disposizione. Dobbiamo vedere per il giovedì dell’Europa League: queste sono le date. È chiaro che mi dispiace molto perdere due giocatori così importanti in questo momento. Però faremo con quelle che sono le nostre risorse, che sono comunque numerose, sono ampie, e con quelle sopperiremo a un’assenza che, peraltro, era risaputa. Sapevamo già tutti che, arrivati in questo periodo, questi due giocatori sarebbero partiti. Penso anche che siano due giocatori che, uno nel Marocco e uno nella Costa d’Avorio, sono nazionali destinati ad andare molto avanti nella competizione. Non è che gli gufiamo, ci mancherebbe, però presuppongo che mancheranno per parecchio tempo”.
Sa già da quando Ndicka ed El Aynaoui partiranno per la Coppa d’Africa? E ha in mente come sostituirli? “Loro dovrebbero andare via una settimana prima dell’inizio della Coppa d’Africa, quindi si fa in fretta. Probabilmente già col Como, che giochiamo di lunedì, non saranno a disposizione. Dobbiamo vedere per il giovedì dell’Europa League: queste sono le date. È chiaro che mi dispiace molto perdere due giocatori così importanti in questo momento. Però faremo con quelle che sono le nostre risorse, che sono comunque numerose, sono ampie, e con quelle sopperiremo a un’assenza che, peraltro, era risaputa. Sapevamo già tutti che, arrivati in questo periodo, questi due giocatori sarebbero partiti. Penso anche che siano due giocatori che, uno nel Marocco e uno nella Costa d’Avorio, sono nazionali destinati ad andare molto avanti nella competizione. Non è che gli gufiamo, ci mancherebbe, però presuppongo che mancheranno per parecchio tempo”.
L’evoluzione della squadra può aver cambiato le sue valutazioni in vista del mercato di gennaio? Sta ragionando su eventuali interventi o pensa di poter andare avanti così? “Giustamente sono valutazioni che fanno tutti, no? Perché magari a ottobre ti fai un’idea di alcuni giocatori, poi a novembre hanno un’evoluzione diversa, magari a dicembre qualcuno entra, comincia a fare dei gol e se prima era sul mercato poi non lo è più. Per questo penso che il mercato diventi realistico solamente a gennaio e difficilmente prima. Per quanto riguarda noi, io sto pensando davvero e sono molto soddisfatto dell’evoluzione di tutti quanti i giocatori, compresi quelli che stanno giocando un po’ meno. In questo momento, se devo caratterizzare qualcosa, mi sembra che ci sia una bella fiducia: anche la parte dei giocatori meno utilizzati, da quello che vedo negli allenamenti, dà la sensazione di una bella evoluzione. Bisogna stare attenti a inserire giocatori solo per inserirli, bisogna fare delle valutazioni accurate, quello sempre. E soprattutto la prima cosa è guardare quello che si ha in casa: quando si inserisce qualcuno deve essere perché lo merita».
Il cambio di Ziolkowski all’intervallo è stato dovuto solo al giallo o anche a una sua valutazione tecnica? “No, essenzialmente era per quel motivo. Vincevamo la partita e non potevamo correre il rischio di trovarci in inferiorità numerica. E poi avevo chiaramente El Aynaoui in un momento di ottima condizione, quindi probabilmente, se non eravamo in vantaggio, non avrei fatto subito quella sostituzione”.
Come valuterà oggi le condizioni di Hermoso? “Oggi è un altro giorno in cui lo proveremo bene. E se lo convoco è perché è in grado di giocare. Lo stesso vale per Bailey e Dybala“.
Un giudizio su Franculino? È un profilo che può interessare in ottica gennaio? “No, in generale il Midtjylland ha degli ottimi calciatori, però non è che faccio le pagelle sui giocatori avversari o di altre squadre. Domani è una partita importante, perché purtroppo, perdendo le due partite in casa, ci siamo un po’ complicati la qualificazione e dobbiamo rimediare. Non si può aspettare le partite successive o pensare ad altro. Domani è una partita da prendere con le molle. Da una parte ci permette di non pensare troppo alla partita di domenica con il Napoli e quindi di portare la concentrazione sulla qualificazione in Europa League, che non è per niente acquisita. È tutta da giocare e quindi è meglio giocarla subito”.
A livello di qualità, la sua Roma oggi è in grado di reggere 2-3 competizioni? “Numericamente sì. Stiamo cercando di farlo. L’idea di tutti noi è di non lasciare niente, di giocare tutte le competizioni cercando di andare avanti il più possibile. Questo penso sia il modo migliore anche per affrontare le successive. Questi ragazzi lavorano tanto per raggiungere un traguardo come l’Europa e poi non te la giochi? Dopo te la giochi al meglio, cerchi di farlo. Sarà così col campionato, sarà così con la Coppa Italia. Hanno già dimostrato che non è mai un problema di fatica, di stanchezza o di recupero: le uniche cose che ci possono limitare un po’ sono gli infortuni, quando giochi tante partite.
Si aspetta un salto di qualità da qualcuno in particolare, oltre alla crescita collettiva? “Sono soddisfatto di tutti, perché le risposte che ho in allenamento e in partita sono quelle di una grande partecipazione da parte di tutti. Poi ci sono situazioni di singoli giocatori che seguono un po’ l’andamento della squadra: all’inizio abbiamo fatto buoni risultati con prestazioni convincenti e poi siamo cresciuti anche nelle prestazioni. Questo deve essere il percorso di tutti. La mia fortuna, in questo momento, è avere dei giocatori e una squadra che risponde, che lavora, che cresce, che ha fiducia, che ha entusiasmo, che lavora bene. L’ambiente che hanno creato loro è veramente positivo. Se hai un giardino fertile, crescono buoni frutti. Il merito e la mia fortuna più grande in questo momento è avere questo tipo di giocatori”.
Il Midtjylland primo nel girone di Europa League è una sorpresa? “Prima in classifica può essere relativamente una sorpresa, però è assolutamente meritata per le partite che ha giocato. Ho già giocato due volte contro il Midtjylland in Champions: credo sia una squadra cresciuta molto, anche se già all’epoca aveva qualche ottimo giocatore, qualcuno poi venuto anche in Italia o in Premier. Adesso mi sembra una squadra ancora più evoluta, con dei giovani interessanti. Era già una squadra difficile prima: anche se in Danimarca avevamo vinto abbastanza nettamente, in casa perdevamo 1-0 e abbiamo pareggiato solo nel finale con Romero, altrimenti era una partita molto ostica. Io conosco il valore della squadra e ho visto l’evoluzione che ha avuto. Vuol dire che tante società lavorano bene, che ci sono tanti giocatori bravi in giro: basta andare a guardarli, ce ne sono davvero molti”.

Ti rendi conto di essere ormai un giocatore indispensabile per questa Roma? “Provo a fare il mio meglio in tutte le partite, in base alla posizione in cui c’è più bisogno in quel momento. Quello che mi chiede il mister è chiaro: negli anni le ho provate un po’ tutte. In questo momento ho una facilità maggiore ad adattarmi alle varie posizioni. Negli anni ho fatto parecchie partite in tutti i ruoli, quindi so come devo interpretare ogni singola posizione”.
Hai percepito una maggiore maturità da parte del tifoso romano nel vivere risultati e momenti della stagione? “Sì, sì. Quest’anno siamo stati bravi anche verso il mister e tutti quanti, come squadra, a sapere che è presto, a sapere che stiamo facendo un’ottima stagione ma restando molto equilibrati, con i piedi per terra, perché basta davvero poco per cambiare la ruota. Dobbiamo semplicemente continuare così, lavorare bene, continuare a fare quello che ci chiede il mister, interpretare bene le partite, però sempre con il nostro equilibrio. Penso che in questo momento lo stiamo tenendo molto bene, e penso anche che la piazza se ne sia accorta. Ha capito che c’è bisogno di non esaltarsi troppo e di non buttarsi giù per una singola sconfitta. Ho sempre portato avanti questa idea dell’equilibrio perché penso che sia fondamentale in una stagione così lunga e con così tante partite”.
Avendo già lavorato con Gasperini a Bergamo, hai trovato qualcosa in lui che è rimasto identico e qualcosa che invece è cambiato? “No, il mister l’ho ritrovato come l’avevo lasciato a Bergamo. Ho ritrovato il mister di Bergamo: sapevo benissimo che era un allenatore forte, che ci aveva insegnato tanto. L’importante era stare lì dentro, ascoltarlo e convincerci tutti che fosse la persona giusta, l’allenatore giusto da seguire. La squadra è stata brava a farlo dal primo giorno. Sulle qualità del mister c’è poco da dire: le ha dimostrate sempre, prima di Bergamo, poi a Bergamo e anche qui adesso che è arrivato. Ho ritrovato il mister che avevo lasciato, fortunatamente”.
La finale di Budapest è uno stimolo ulteriore per affrontare questa Europa League, o è qualcosa che avete messo alle spalle? “Sicuramente ci è rimasto l’amaro in bocca per la finale, però penso che ogni stagione debba passare: ci sono troppe partite e abbiamo già tanto su cui mettere la testa nel presente, non possiamo perderci troppo nel passato. Però è una competizione che abbiamo gustato e siamo arrivati lì a un passo, quindi sappiamo quanto è bello arrivare fino in fondo, quanto è bello giocarsi le finali e quanto sarebbe bello portarla a casa. Sicuramente vogliamo andare avanti, vogliamo fare bene perché vogliamo provare a riportarla a casa. L’obiettivo è quello”.
CONTINUA
FONTE: Redazione Tuttoasroma – dall’inviato a Trigoria R. Molinari











