Oggi Francesco Totti parlerà in conferenza stampa riguardo al suo addio dalla Roma per motivi di incompatibilità e di vedute con Franco Baldini. Risponderà alle nemerose domande dei giornalisti che in massa si sono accredita per l’evento e come sempre Tuttoasroma seguirà l’evento in diretta; la stessa la potete seguire sia testualmente sia in diretta sul profilo ufficiale di facebook.
14.02 – Paolo Condò introduce la conferenza stampa di Francesco Totti
14.04 – Prende la parola Francesco Totti: “Ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità a questo posto bellissimo e importante per gli sportivi. La comunicazione è meno bella rispetto al posto. Alle 12.41 del 17 giugno 2019 ho mandato una email al CEO della Roma, dove ho scritto un po’ di parole e frasi per me impensabili ed inimmaginabili. Ho rassegnato le mie dimissioni dall’AS Roma. Speravo che questo giorno non ci fosse stato, ma è arrivato. Per me è un giorno brutto e pesante, ma viste le condizioni è stato doveroso e giusto prendere la decisione così brusca. Non ho avuto mai la possibilità di lavorare operativamente sull’area tecnica. L’ho pensata per mesi, ma è la più coerente e giusta. Davanti a tutti deve esserci la Roma, che è la squadra da amare. Non devono esserci fazioni pro Totti, Pallotta o Baldini. L’amore nei confronti di questi colori solamente. E’ normale che poi i presidenti, gli allenatori ed i giocatori passano, ma le bandiere no. Questo mi ha fatto pensare tanto ed ho preso questa decisione non per colpa mia. Non so più che dirvi poi.”
14.02 – Paolo Condò introduce la conferenza stampa di Francesco Totti
14.10 – La conferenza stampa prosegue con Paolo Condò moderatore che da la parola ai giornalisti presenti: Di chi è stata la colpa? “Non è stata mia, perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, nel secondo già avevo capito che cosa volessi fare, ma non ci siamo mai trovati né aiutati l’uno con l’altro. Conoscevano la mia voglia e quello che volevo dare alla società, ma loro non hanno mai voluto: mi tenevano fuori da tutto.”
La gente rimarrà traumatizzata. Quale messaggio vuoi mandare a coloro che sono disorientati? “Alla gente di Roma devo dire solamente grazie per come mi hanno trattato. C’è stato sempre un reciproco rispetto sia in campo che fuori. Posso dire solamente di continuare a tifare questa squadra. Per me è la squadra più grande del mondo e vederla in difficoltà mi rattrista e mi dà fastidio. Roma è Roma. I tifosi sono diversi dagli altri: la passione e la voglia che mettono dentro questa squadra non potrà mai finire. Io continuerò sempre a tifare Roma. E’ un addio o un arrivederci? E’ un arrivederci, non un addio. Da fuori penso che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma e non posso pensare che accadrà. Io prenderò altre strade, è un momento significativo. Se un’altra proprietà punterà forte su di me sarò pronto.”
Pronto per altre strade? Qualcuno che è più colpevole di altri? “In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare, sto valutando tranquillamente, in questo mese valuterò tutte le offerte e quella che mi farà stare meglio la prenderò con tutto il cuore. Ho sempre dato il massimo e la mia decisione sarà definitiva. Non c’è un colpevole, il percorso non è stato rispettato e alla fine ho fatto questa scelta”
Le hanno fatto promesse? “Tutti sappiamo che mi hanno fatto smettere. Avevo un contratto di 6 anni da dirigente, sono entrato in punta di piedi, per me era una novità, con il tempo ho capito che sono cose completamente diverse. Di promesse sono state fatte tante, ma non sono mai state mantenute. Normale che con il passare del tempo giudichi e valuti, anche io ho un carattere e una personalità, non sto lì a fare quello che mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma non il tempo non mi sembrava il caso di continuare con persone che non hanno mai voluto che facessi questo ruolo.”
C’è stata una sorta di “deromanizzazione”? E’ un’operazione congiunta o casuale? “E’ stato un pensiero fisso di alcune persone quello di togliere i romani dalla Roma. E’ prevalsa alla fine, perché hanno ottenuto quello che volevano. Da otto anni a questa parte, con gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno cercato in tutti i modi di farlo. Hanno voluto questo e ci sono riusciti.”
Che rapporto c’è con Franco Baldini? “Non c’è mai stato e mai ci sarà. Ho preso questa decisione anche per dei problemi interni. Andava scelto uno dei due, quindi mi sono fatto da parte io. Non servono troppi galli a cantare. Le persone che mettono bocca e fanno danni. Ognuno dovrebbe fare il suo. Quando canti da Trigoria, non senti mai il suono. L’ultima parola spettava sempre a Londra. Era inutile dire quello che volevi cambiare, era tempo perso.”
Che futuro vedi per la squadra? “I problemi della società li conosciamo tutti, soprattutto per il fair play finanziario e le cessioni entro il 30 giugno. Hanno fatto questa scelta difficile, ovvero di vendere calciatori più forti, perché è più facile prendere soldi e tamponare i problemi. Bisogna essere trasparenti, soprattutto con i tifosi. Ho detto ai dirigenti: “Alla gente bisogna dire la verità, è brutta ma bisogna dire la verità”. Quando qualche anno fa dissi la verità, mi dissero che ero incompetente e che levo i soldi ai tifosi ed ai giocatori. Se dici la verità sei inattaccabile, io sono abituato a dire la verità. Se è così, io non posso stare qua dentro.”
L’assenza di Pallotta pesa? “Per me pesa tantissimo. Il giocatore trova sempre un alibi, una scusa. Quando le cose vanno male dicono che manca il presidente, il direttore sportivo e così via. Questo va a dar problemi alla squadra ed alle partite. Per me crea un danno. Il presidente deve essere più sul posto: quando vedi un capo stai sull’attenti e lavori come dovresti lavorare. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare. Quando ti alleni senza il mister, con il secondo allenatore fai lo stupido, col mister vai a 300 all’ora.”
La Roma ti ha messo nelle condizioni di fare il tuo lavoro? “Ho preso la decisione perché non ho potuto fare niente. Non potevo sopratutto sull’area tecnica. Non voglio fare il fenomeno, ma capisco di più rispetto a qualcuno a Trigoria. Ho le basi e l’occhio per guardare direttamente. Io penso di saperlo fare bene, anche sbagliando, ma la parola mia è diversa da quella della Roma. Ho sempre messo la faccia e sempre la metterò, sopratutto quando le cose vanno male come quest’anno.”
Sei stato negli Emirati Arabi. Il Qatar può prendere la Roma? “Ho girato spesso in vari continenti. Soprattutto in Kuwait, a Doha o Dubai. Ci sono tante persone che farebbero investimenti, ma se non c’è il nero su bianco non ci credo. La Roma è amata e stimata in tutto il mondo. Stare qui però a dire che c’è uno o l’altro è inutile. Non so niente su tutto ciò.”
Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? “Il vaso ormai si era riempito. Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Non sono mai stato reso partecipe, solamente quando erano in difficoltà. In due anni avrò fatto dieci riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se volessero accantonarmi. Il cerchio si stringe dopo un po’ e subentra il rispetto verso la persona. Io ho cercato di mettermi a disposizione e di portare qualcosa in più alla società, ma dall’altra parte c’era un pensiero diverso.”
Che cosa serve per riportarti alla Roma? “Un’altra proprietà. Dipende poi se mi chiameranno e se crede nelle mie potenzialità e che posso fare qualcosa di buono. Non ho mai fatto né farò del male alla Roma, che viene prima di tutto, anche ora. Oggi potevo anche morire, era meglio che staccarmi dalla Roma. Meglio così, perché tanti dirigenti hanno detto che sono troppo ingombrante in questa società.”
La proposta di direttore tecnico e la limitazione alle tue attività esterne è arrivata? Se andasse via Baldini potresti tornare con questa proprietà? “Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente. Ho chiesto di fare il dt. Non ho chiesto di comandare tutto. Ho chiesto di dare un forte contributo, di metterci la faccia. Se fanno l’allenatore, il ds, ma non ti chiamano, che dt è? Non sono andato a Londra perché mi hanno avvertito due giorni prima. L’allenatore già era fatto, il ds non so se è fatto o no. Io a Londra cosa vado a fare? L’unico allenatore che ho chiamato è Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gattuso e Gasperini: non ho mai scritto né sentito questi allenatori. Ho sentito solo Conte, il resto è tutta fantascienza. Io per stupido non ci passo. Questa è una precisazione che volevo fare. Questa è la realtà. Non tornerei con questa proprietà anche senza Baldini, se il vaso è rotto è difficile rimettere i cocci al posto giusto. Se avessero voluto fare questa scelta, avrebbero potuto farla prima. Non ho niente contro Baldini o Pallotta, è una scelta che rispetto.”
La dichiarazione di Pallotta di due giorni fa, ha detto che ha avuto un peso nelle decisioni. Pallotta dice bugie, quindi. “Scusa se la interrompo, l’unico allenatore che ho contattato con Fienga… Che ringrazio pubblicamente perché è stato al mio fianco, che ci ha messo la faccia e che mi ha proposto di lavorare con lui. Inutile continuare su questa strada. L’unico davvero chiamato è stato Ranieri, ho preso una decisione che altri dirigenti non volevano. E oggi lo ringrazio perchè sarebbe venuto anche gratis e ha fatto il massimo. E’ un uomo vero, appena l’ho chiamato mi ha detto “domani sono a Trigoria”, senza parlare di soldi o di squadra. I tifosi devono essere felici di lui e il tributo l’hanno dato all’addio di Daniele (De Rossi)”
Queste dichiarazioni sono bugie? “Ho dato la mia risposta, penso che sia vera. Ognuno può sostenere ciò che vuole, non mi serve dire bugie ora”
Non poteva esserci l’occasione per Fienga e Pallotta di essere più chiari sul suo ruolo? ”Fienga me l’aveva detto 2 mesi fa, mi aveva promesso questo benedetto ruolo da dt, cosa che tutti sapevano che volevo fare. Ma poi trovi persone che ti mettono i bastoni tra le ruote e torvano qualche intoppo… Se ad esempio non avessi voluto Fonseca, l’ultimo parere spetta al ds e al dt. Se le cose vanno male cosa dovrei fare? Andare in conferenza e dire che non è stata una scelta mia”
Con Conte invece sarebbe rimasto? “Certo. Se mi avessero chiamato mi sarei messo seduto, se mi interpellavano e mi davano fiducia… Ma non l’hanno mai fatto e continuano a non farlo. Con Conte è successo perché ci abbiamo lavorato io e Fienga. Ci siamo detto “l’unico che può cambiare la Roma è Conte”. Ci aveva dato l’ok, ci siamo visti e sentiti parecchie volte. Poi ci sono stati problemi e ha cambiato idea, ora è all’Inter. Pallotta l’ha saputo ed era contento del fatto che era possibile”
Quanto pesa la sua scelta nell’addio di De Rossi? “La risposta è banale, non ci ho messo la bocca, potrei dire così. Dicevo ad alcuni dirigenti da settembre “Se pensate che sia il suo ultimo anno, diteglielo subito. Non fate come avete fatto con me, è il Capitano e merita rispetto”. Poi ci sono stati gli infortuni, la situaxione complicata, Monchi e Di Francesco che è andato via.. Il problema è che a Trigoria si fa passare troppo tempo. Deve esserci una persona a decidere, non 10. A Daniele ho palrato da amico, gli dicevo di andare al di là. Non potevo espormi, ero pur sempre un dirigente, ma ho cercato di aprirgli gli occhi. E’ il problema poi è arrivato, come è successo con me. Non riesco a capire se è una cosa voluta o perché non ci pensano. Nel primo caso è una cosa brutta. Ma da quanto ho capito è una cosa voluta, hanno sempre voluto togliere i romani dalla Roma”
Non ha fatto il nome di Sarri… “Non l’ho mai contattato”
Ma qualcuno l’ha fatto. “Era un suo pallino, ma è una domanda da fare a lui. Non so quali fossero i suoi obiettivi e le sue valutazioni. So solo che Sarri era un pallino della persona di cui parlava. E’ un grande allenatore, avrebbe fatto comodo. Però anche lui era sotto contratto, aveva problemi con il Chelsea. Ora però parliamo del nulla, parliamo dell’attualità. Fonseca deve trovare un ambente tranquillo e sereno e una strada senza intoppi. La gente lo stima per come si è messo a disposizione, da ciò che ho visto è un grande allenatore, che ha studiato e che allo Shakhtar ha fatto bene. Spero possa far bene con la Roma”
Perchè Conte ha detto no? “Conte non sarebe venuto per fare rivoluzioni, ma per fare una ‘continuazione'”
Verrai l’anno prossimo allo stadio? “Perchè non dovrei? Sono pur sempre tifoso della Roma. Può darsi che andrò anche in Curva Sud… Sa cosa farò? Vado a prendere Daniele e vado in Sud con lui, se non andrà a giocare da un’altra parte”.
La proprietà americana avrebbe potuto fare di più? “E’ un dato di fatto. Se devi vendere perché sei a -50 devi vendere e la squadra si indebolisce. Da parte mia c’è sempre stato il 100% dell’impegno.”
Hai qualcosa da rimproverarti? “Avrei potuto dare un contributo, non cambiarla, ma un contributo sicuramente. Di promesse ce ne sono state tante e da tifoso mi dispiace, ho dei sogni da tifoso. Avrei voluto vedere la Roma competere ad alti livelli.”
E’ necessaria una società con Totti? “Se io fossi il presidente della Roma ed ho due bandiere come Totti e De Rossi, gli darei in mano tutto. C’è la romanità, glielo possono spiegare che cosa significa. Si contornano di persone sbagliate, ascolta solo loro (Pallotta, ndr). Se sbaglio per otto anni, posso farmela una domanda? Io questo giudico come tifoso. Se sbagli dieci interviste, all’undicesima capisci che c’è qualcosa di sbagliato. In questo momento non ci sono altre risposte.”
Qualcuno ti ha pugnalato dentro Trigoria? “Sì, ci sono persone che non vogliono che sia là dentro. Non farò mai nomi. Ci sono persone che fanno il male della Roma dentro Trigoria e Pallotta si fida di loro. Io conosco Trigoria come i miei jeans, conosco tutti e so come va gestita. Ci sono cresciuto là dentro: conosco i problemi e le soluzioni, chi parla male e chi parla bene. Come fai ad andare avanti ed essere coesi per aiutare una società? Ognuno fa il bene di sé stesso.”
Chi riporta le cose al presidente? “Dentro Trigoria ci sono persone che fanno il male della Roma. Pallotta tante cose non le sa, e lui si fida sempre di queste persone. Questo è il suo errore principale. Io conosco Trigoria come le mie tasche, conosco gli spostamenti di tutto. Sono cresciuto là dentro, so quali possono essere i problemi e quali possono essere le risorse. Ognuno fa il bene di se stesso. A Boston arriverà un decimo della verità.”
Che ruolo ha avuto Baldissoni nella tua carriera da dirigente? “E’ stato un dirigente della Roma. Ha cercato di indicarmi la strada, non so quale. Mi ha aiutato in qualche modo, ma non ce l’ho con lui. Lui fa parte dei dirigenti. E’ una carica importante quella del vice presidente.”
Qualcuno dice che hai fatto troppe vacanze e troppo padel, partite a calcetto. Che rispondi? “Padel, calcetto e vacanze (ride, ndr). E’ normale che devo rispondere a queste cose? Io quando faccio beneficenza e partite, loro sono al corrente. Dicono che è importante perché porto la Roma nel mondo. Vogliamo parlare della settimana bianca? Tutti ci vanno. Il problema è che non li riconosce nessuno e non si sa. Io sono andato fuori tre giorni prima del derby, ma venerdì ero a Trigoria. Questo è quello che dite voi.”
Come commenti l’email uscita su La Repubblica? “Ci sta. Io mi fido al 100% di Daniele De Rossi, ci metto la mano sul fuoco che non è stato lui a dire queste cose.”
Perché non sei riuscito a creare un rapporto diretto con Pallotta? “Nelle ultime settimane ha cercato di trattenermi, sempre per terze persone. In due anni non ho mai sentito nessuno, né Pallotta né Baldini. Io che cosa devo pensare? Che sono benvoluto? Non è mai successo.”
Se Pallotta rimane dieci anni? “Spero che possano vincere quello che dicono. Sono otto anni che lo dicono. Oggi sono 18 anni dallo scudetto.”
Malagò vuole fare il presidente della Roma? “Spero che mi chiamerà in quel caso, mi basta un po’ più di potere. Quando dico io una cosa non va bene, io non voglio stare davanti a tutti, loro sì.”
Le tue dimissioni sono state un ulteriore atto da Roma nei confronti della Roma. In questa opera di detottizzazione prima e di deromanizzazione poi, ti fa più male essere stato considerato un peso e una zavorra da giocatore o il fatto che loro non hanno creduto nelle tue potenzialità da dirigente? “Sono stato un peso per questa società. Mi hanno detto che sono un personaggio troppo ingombrante, sia da calciatore che da dirigente. Mi hanno fatto male entrambe le cose, ma questa è quella più significativa perché quando ti stacchi dalla mamma è dura.”
Pallotta è qui per lo stadio o per la Roma? “Lo dovresti chiedere a lui. Non ti posso rispondere. La farei anche a lui, non posso entrare nel suo pensiero, è sbagliato quello che dirò. Per correttezza non rispondo”
Prenderesti in considerazione di andare in altri club? “Ci sono state alcune offerte da squadre italiane, una stamattina. Io sono libero. Tante cose le ho sapute leggendo i giornali: di alcuni allenatori, dirigenti o giocatori. Pensa che considerazione che avevo.”
Puoi dirci il nome del club che ti ha fatto l’offerta? “Quante cose, si dice il peccato non il peccatore”
Vuoi ringraziare Pallotta per qualcosa? “Mi ha tenuto qui e mi ha fatto conoscere tante cose. Io non sputo sul piatto dove ho mangiato, è giusto che la Roma rimanga là su. Deve essere bravo a recuperare la fiducia della gente. Spero che gli diano consigli giusti.”
Perché non viene Pallotta? “Non ci ho mai parlato, solamente dopo aver smesso a Londra. Dopo l’addio non ho mai avuto modo di parlarci. Mai.”
Dopo le tue parole i dirigenti faranno autocritica o sarà accettata come la tua verità? “L’effetto deve essere positivo, deve ripartire il progetto Roma. Deve capire i problemi dentro Trigoria, ma non ho mai avuto modo di fargli capire certe cose. La Roma è la Roma, il resto non conta. Lui deve essere bravo a cambiare registro.”
Hai scelto il 17 giugno casualmente? “Sì, non era voluta. Pensavo ci fosse un solo 17 giugno. Non pensavo di poter dire “ciao Roma”, non lo avrei mai pensato.”
Hai sentito Florenzi e Pellegrini? “Florenzi no, Lorenzo sì. Non ci credeva, ma ci crederà. A lui ho promesso tante cose, che spero possano avverarsi, è un ragazzo speciale, può dare tanto a questa maglia. La onorerà fino alla fine. E’ tifoso della Roma e qualche romano dentro serve sempre. Vedere alcuni giocatori che quando perdono ridono, ti girano le palle. Alcuni tifosi queste cose non le sanno. Oppure dirigenti felici di perdere, di cui non farò mai i nomi. La Roma deve essere sempre davanti a tutti, se ci sono questi a Roma non vai da nessuna parte. Se siete uniti vai dritto, se qualcuno esce dal binario sei finito.”
Roberto Mancini? “Ti saluta (ride, ndr). Ha una grande nazionale ed io che faccio l’Ambasciatore e cerco di dargli un aiuto.”
Secondo te si sono resi conto di che cosa stanno togliendo alla Roma ed alla città? “Non si rendono conto perché non vivono la quotidianità. Stando qua è completamente diverso, a loro arriva l’1% di quello che succede qui. Sarà una cosa diversa, sicuramente. Per la Roma e per me lo sarà, ma per loro in un’altra città non cambia niente. Spero che se ne possano rendere conto, ma è tardi.”
Sei ex dirigente. Sembra che tu stia parlando da futuro dirigente “No, io faccio la conferenza perché ci sono stati dei problemi tra me e i dirigenti. Se potessi rientrare, non adesso, ma con un’altra proprietà, io sarò dirigente a 360 gradi. Non c’era bisogno, se avessero fatto quello che ho chiesto, non mi sarei mai dimesso.”
Le scelte? “Non nominerò i giocatori per rispetto. Tornavo dalle vacanze e mi hanno chiesto un parere riguardo un giocatore ed io ho detto che non avrebbe fatto bene. Di Francesco gioca col 4-3-3 e non gioca da un po’, per me andava preso un altro giocatore. Mi hanno detto che dico sempre di no, ma ho solamente risposto. Non chiedetemi il nome del giocatore però. Io ci avrei azzeccato però, perché l’altro è dell’Ajax.”
Monchi? “Non l’ho sentito.”
Su Nainggolan hai provato a tenerlo visto che si parlava di vicende extra calcistiche? “Ho preso posizioni forti, molti non volevano così. Nelle altre società non succede. Chi sbaglia paga, può essere anche Messi o Ronaldo. Nello spogliatoio deve esserci rispetto reciproco, se hai sbagliato è giusto che paghi.”
Ai tempi dei Sensi, c’era già un ruolo definito? “Sì, Direttore Tecnico.”
Dopo la semifinale c’era la sensazione che si sarebbe potuto fare qualcosa? “Sì, c’era questa sensazione. Difendo Di Francesco ora, anche se l’ha scelto Monchi. Lui ha chiesto 4-5 giocatori, ma non glieli hanno mai presi. Le cose si devono sapere, è inutile nascondersi. La verità fa male. Io non sto difendendo il mister, che ha sbagliato scelte. Lui però ha chiesto 4,5 scelte e gliene hanno presi zero.”
Che diresti ad un calciatore che vuole venire ora alla Roma? “La verità. Se vieni è una scelta tua, io non ti dico che è tutto bello ed i fiori.”
Quali sono le cose belle? “Città, mare, montagna ed i tifosi della Roma che sono i più belli di tutti.”
14.06 – Irrompe sul palco Enrico Lucci per una domanda alla leggenda romanista: Hai fatto sognare Roma e sei nel mondo. Quando ti ho visto in giacca e cravatta ho pensato “ma chi gliel’ha fatto fare?”. Sei come Caravaggio, ci hai fatto sognare. Hai mai pensato, durante tutto questo periodo, “ma chi me l’ha fatto fare”?
“No. La Roma l’ho messa davanti a tutto. E’ la mia seconda casa, se non la prima. Prendere questa scelta è stato difficilissimo. Li ho sempre voluti portare ad alti livelli e volevo fargli fare bella figura.”
14.04 – Prende la parola Francesco Totti: “Ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità a questo posto bellissimo e importante per gli sportivi. La comunicazione è meno bella rispetto al posto. Alle 12.41 del 17 giugno 2019 ho mandato una email al CEO della Roma, dove ho scritto un po’ di parole e frasi per me impensabili ed inimmaginabili. Ho rassegnato le mie dimissioni dall’AS Roma. Speravo che questo giorno non ci fosse stato, ma è arrivato. Per me è un giorno brutto e pesante, ma viste le condizioni è stato doveroso e giusto prendere la decisione così brusca. Non ho avuto mai la possibilità di lavorare operativamente sull’area tecnica. L’ho pensata per mesi, ma è la più coerente e giusta. Davanti a tutti deve esserci la Roma, che è la squadra da amare. Non devono esserci fazioni pro Totti, Pallotta o Baldini. L’amore nei confronti di questi colori solamente. E’ normale che poi i presidenti, gli allenatori ed i giocatori passano, ma le bandiere no. Questo mi ha fatto pensare tanto ed ho preso questa decisione non per colpa mia. Non so più che dirvi poi.”
14.02 – Paolo Condò introduce la conferenza stampa di Francesco Totti
Oggi Francesco Totti parlerà in conferenza stampa riguardo al suo addio dalla Roma per motivi di incompatibilità e di vedute con Franco Baldini. Risponderà alle nemerose domande dei giornalisti che in massa si sono accredita per l’evento e come sempre Tuttoasroma seguirà l’evento in diretta; la stessa la potete seguire sia testualmente sia in diretta sul profilo ufficiale di facebook.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – dall’inviato R. Moilinari