Di tutto, di più. Proprio come in un vecchio spot della Rai (ricordate?). La conferenza stampa di Daniele De Rossi a Coverciano è una sorta di Babele del calcio. Intendiamoci, per nulla scontata. La marcia di avvicinamento alla sfida di Solna con la Svezia, andata dei playoff per Russia 2018, disegna alla perfezione lo stato d’animo di uno dei leader indiscussi dell’Italia. Morale della favola: giusto avere paura, quella puramente sportiva, ma le gambe non tremeranno. Chiaro e limpido il messaggio di Lele ai naviganti azzurri e… vichinghi. «Non ho mai preso in considerazione l’eventualità di non andare al Mondiale. Anche perché la vivrei come una macchia sulla mia carriera. Al nostro interno abbiamo fiducia, ma essendo una doppia sfida fondamentale vogliamo che tutta l’Italia ci sia vicino e dimentichiamo ogni campanilismo». Poi altre pillole del De Rossi-pensiero. Con un doveroso avviso: «Se bastasse lottare in campo allora giocherebbero tutti. Invece, in sfide del genere, dove la posta è altissima, oltre al sudore e al sangue occorre anche altro: tecnica, intelligenza, lucidità, corsa e organizzazione».
La certezza del capitano giallorosso: «Dentro di noi siamo consapevoli di essere una squadra forte, forse migliore dei nostri avversari, ma dovremo avere grande attenzione e piedi di piombo. Certamente la priorità è andare in Russia, come conta assai meno. La Svezia senza Ibrahimovic? Non è certo una Nazionale sconosciuta, però il fatto che Ibra non ci sia è sempre un vantaggio. Anche a 40 anni e con una gamba rotta uno come lui non lo vorrei mai contro». Omaggio di De Rossi a Pirlo e a Mazzola. A proposito dell’ex juventino, il romanista domani in Svezia lo sorpasserà in fatto di presenze in azzurro: 117 a 116: «È un onore e so che Andrea segue sempre la Nazionale. È stato un compagno di squadra leale e un amico vero, non ha mai preso scorciatoie per accattivarsi allenatori, colleghi, stampa. Non è facile trovare persone così». Infine il Baffo Sandro. Segnando, Daniele può raggiungerlo all’11° posto nella storia dei marcatori azzurri con 22 gol. «Innanzitutto gli faccio tanti auguri per i suoi 75 anni (compiuti ieri, ndr). Lui è una leggenda del calcio».