L’uomo dei due moduli è pure l’uomo che protegge di più la difesa. Ma è anche l’uomo che ha commesso «quella sciocchezza che a Genova ci è costata due punti», come pensano in molti. Daniele De Rossi, croce (poca) e delizia della Roma: è vero che lo schiaffo a Lapadula a Marassi ha impedito alla squadra di portare a casa una vittoria che sembrava pressoché certa e ha dato il via al periodo nero dei giallorossi durato due mesi, ma è vero pure che la sua assenza in campo si è fatta sentire partita dopo partita.
DUE MODULI – Contro il Benevento è tornato in campo dopo un mese e mezzo giocando una manciata di minuti, da fine dicembre aveva fatto mezzo allenamento con la squadra (sabato), atleticamente non era neanche al 50% e magari non lo sarà neppure a Udine. Ma la Roma ha bisogno di lui, in campionato come in Champions. E se alla Dacia Arena potrebbe ancora riposare (torneranno Nainggolan e Pellegrini), nelle tre partite contro lo Shakhtar e poi contro Milan e Napoli il posto da regista sarà suo. Da vedere con quale modulo: De Rossi può essere il vertice basso del 4-3-3, oppure può agire da mediano nel 4-2-3-1, ruolo che con Pizarro (soprattutto), ma anche Aquilani, Pjanic e Keita ha ricoperto spesso in passato. E altrettanto spesso gli ha regalato alcune tra le soddisfazioni migliori della sua carriera.
DIECI ANNI DOPO – Era il febbraio del 2008, infatti, quando la Roma di Spalletti all’Olimpico affrontava il Real Madrid (che poi eliminerà vincendo al Bernabeu a marzo) con Daniele e il Pek in mediana; dieci anni dopo per De Rossi, se Di Francesco confermerà i tre trequartisti dietro Dzeko, sarebbe un ritorno al passato, anche se dieci stagioni in più sulle spalle inevitabilmente si fanno sentire. E si fa sentire anche il polpaccio sinistro, che ormai da un paio d’anni non gli dà tregua. Daniele sa che deve gestirsi, ma sa pure che con Gonalons out (almeno) fino a marzo la Roma ha bisogno di lui. Come «leader in campo», viste le parole dell’allenatore domenica sera, e fuori. Quando c’è lui la squadra subisce quasi la metà dei gol (la media passa da 1.1 a 0.6) e i compagni, soprattutto quelli della difesa, si sentono più sicuri.
MACINANDO CHILOMETRI – A 35 anni da compiere a luglio è il giocatore della squadra che corre di più, con oltre 11 chilometri di media a partita, e adesso che non avrà più la Nazionale e gli impegni estivi e durante le soste, potrà dedicarsi soltanto a preservare il fisico per allungare il più possibile la carriera. In estate la Roma tornerà sul mercato, il dopo De Rossi inizia a diventare qualcosa di concreto, ma a dieci anni – a proposito di ricorrenza – dall’ultimo trofeo, prima di dire basta e salutare tutti Daniele vuole provare ancora a vincere. Difficile, se non impossibile, ci riesca in questa stagione, appuntamento allora all’anno prossimo. Per quanto riguarda questo, già non avere più problemi fisici sarebbe un passo avanti per cui mettere la firma.