Forse sabato gli arriverà la botta più dura. Totti ha lasciato il calcio il lacrime, non la Roma, ma vivere il derby da spettatore è un passaggio che lo metterà alla prova. La partita in cui non voleva mai mancare, la più importante per un capitano romano e romanista, una storia di gol segnati in ogni modo, di vittorie e sconfitte cocenti, comunque di passione. Lui c’era sempre, dalla prima stracittadina vissuta subito da protagonista nel 1994 con un rigore procurato e poi fallito da Giannini, di sfide contro la Lazio ne ha saltate pochissime, giocate quante nessuno (44) e ha segnato 11 gol come solo Da Costa è riuscito a fare. L’uomo dei record raggiunti grazie «a passione, divertimento e rispetto – come ha raccontato a Mediaset in un’intervista di fine agosto – potevo vincere di più ma mi basta così».
E allora sabato si consumerà una svolta epocale, quando bisognerà spostare lo sguardo verso la tribuna dell’Olimpico per scrutare il principale protagonista dell’ultimo quarto di secolo. Totti sarà lì, con l’abito da dirigente, a soffrire ancora in questo nuovo ruolo che ancora deve trovare dei contorni definiti. In attesa di capire quale strada imboccare e per arrivare dove, l’ex capitano sta cercando di rendersi il più utile possibile a Monchi, a Di Francesco e ai giocatori. Nel frattempo il mondo fuori da Trigoria lo corteggia, dalle tv che lo vorrebbero come commentatore agli ex calciatori che cercano di coinvolgerlo in ogni tipo di iniziativa. È stato la star nella gara organizzata da Kaladze in Georgia e nei giorni scorsi ha dovuto declinare un altro invito: il 23 dicembre aspettavano lui e Del Piero in una gara-esibizione in Giappone, ma trattandosi della stessa data di Juventus-Roma non se l’è sentita di allontanarsi dalla squadra.
In questi giorni sta caricando i pochi giocatori rimasti ad allenarsi a Trigoria e non avrà certo bisogno di farlo con De Rossi, l’erede a cui ha lasciato la fascia di capitano con la massima fiducia. Daniele ora ha altro per la testa, un Mondiale da conquistare e che rischia di sfumare, Di Francesco lo ritroverà martedì, si spera col sorriso. In ogni caso, se sta bene, la presenza di De Rossi da titolare non è in dubbio, così come quella di Florenzi che ha acquisito i gradi di vice-capitano. A completare la pattuglia dei romani ci sarà Pellegrini, lui al debutto assoluto in un derby vero dopo i tanti giocati nelle giovanili. Essendo tra gli esentati dalle nazionali, il suo impiego contro la Lazio era già molto probabile, poi l’infortunio di Nainggolan lo ha fatto diventare praticamente certo. Per qualsiasi dubbio su come si affronta una gara del genere, gli basterà bussare alla porta di Totti.