Ci credereste? Il viso di Eusebio Di Francesco sembra più disteso. Strano. La Roma va a giocare nella tanta della Juve cannibale e ci si può rilassare un po’? Forse proprio per questo. La spada di Damocle, non rinfoderata, sarà di nuovo illuminata dai riflettori magari prima della partita col Sassuolo, ma stavolta lo spirito pare diverso, e non solo perché Monchi – da Boston – ha riportato le pubbliche bacchettate di Pallotta (per tutti) e un’iniezione di fiducia (per l’allenatore). A rafforzare il feeling tra allenatoreed.s., comunque, adesso occorre anche altro: il mercato. «E’ inevitabile che qualcosa questa squadra dovrà fare. Per i problemi fisici che abbiamo, non possiamo non muoverci».
BATSUHAYI, WEIGL & CO. E così, perduto Sanogo dello Young Boys, che ha preferito i petrodollari dell’Al Ittihad, restano le opzioni di Weigl (B. Dortmund) per il centrocampo e Maidana (San Paolo) e Caio (Santos) per la difesa, se sarà ceduto Marcano, che piace al Siviglia. Più intricato il discorso attacco, qualora Schick prestato. Intriga parecchio Batsuhayi del Chelsea (ma parcheggiato al Valencia), ma si deciderà anche in relazione alla Samp – prima candidata ad avere l’attaccante ceco – che potrebbe «ricambiare» con Defrel o Kownacki. Per l’estate piace Van Aanholt (Crystal P.)
TORNA DZEKO Ma i frutti del mercato si vedranno solo a gennaio e per ciò Di Francesco pensa all’oggi. «Tutte le mattine mi sento in discussione. Quando vedi che le cose non girano ti fai sempre delle domande e cerchi di trovare soluzioni giuste». Più difficile farlo con infortunati come De Rossi, El Shaarawy e Pellegrini, anche se torna Dzeko («ma è impossibile utilizzarlo dall’inizio»). Nonostante la Roma abbia sempre perso allo Stadium, Di Francesco ci crede. «La Juve non mi meraviglia, forse siamo mancati noi. La differenza è legata anche a partite dove abbiamo buttato dei punti. Comunque stavolta dobbiamo essere bravi a cancellare le situazioni negative intorno alla squadra ed ambire ad un risultato importante che sarebbe storico in questo momento»
LUI E SPALLETTI Per farlo, comunque, occorre che la retroguardia siritrovi. «La Roma deve difendere meglio e basta.
Ovvio che Ronaldo per me è il pericolo numero uno. Ha la capacità di un grande fuoriclasse, magari lo vedi assenteonon determinante per 35 minuti e poi tira fuori dal cilindro un colpo fenomenale». Un investimento finora riuscito, non come quelli, magari, di altri club, che in Europa hanno raccolto amarezze, a differenza della Roma. E così Di Francesco punge: «Tante squadre hanno fatto grandi investimenti per stare in Champions o arrivare gli ottavi… Noi ce l’abbiamo fatta. Ognuno può dire quello che gli pare – girone facile, difficile… –, ma io mi ricordo che tante volte la Roma ha avuto squadre facili e non ha nemmeno passato il preliminare». Se il pensiero va anche a voi all’Inter (investimenti) e all’eliminazione da parte del Porto ai preliminari del 2016 (allenatore Spalletti), sappiate che a Roma lo hanno pensato tutti. Ma magari sarà stato solo un caso. O no?