È rimasto per amore. Si era già capito, lo avevano dimostrato i fatti, ma adesso lo dice lui. «Mi sento legato a questa squadra e a questa città» racconta Edin Dzeko spiegando ai media bosniaci i motivi del suo no al Chelsea. «Mi lusinga il fatto di essere stato accostato a una società così importante – ha detto al quotidiano Klix – e in effetti ci sono state delle trattative ma ho letto anche tante falsità». La verità è molto passionale e piacerà ai tifosi della Roma: «Sono felice di rimanere, perché Roma è diventata la mia casa e perché a Roma è la mia famiglia. Tutto ormai rappresenta una parte indelebile della mia vita. Qui sono stato accolto dalla gente in una maniera incredibile e non posso mai dimenticarlo: a questa città mi legano alcuni dei momenti più felici della mia vita». I momenti veri, umani: «Qui ho sentito la felicità della paternità. A Roma sono nati i miei due figli, Una e Dani. Questa città ora fa parte della mia vita e lo sarà sempre». Dzeko non trascura neppure l’ambizione, però: «Ho fiducia nel futuro del mio club e sono sicuro che con il lavoro riusciremo a raggiungere gli obiettivi che abbiamo. Siamo tutti uniti e non ci arrenderemo alle difficoltà».
RIENTRO – Presto gli darà una mano anche Patrik Schick. Ieri è stato sottoposto a una risonanza magnetica di controllo che ha scongiurato lesioni gravi: c’è uno stiramento di lieve entità che gli consentirà di tornare disponibile, nella peggiore delle ipotesi, tra due partite a Udine. Ieri Monchi ha svelato che il suo acquisto, nelle ultime ore del mercato estivo, non mirava alla sostituzione di Salah ma piuttosto intendeva mettere a disposizione della Roma un patrimonio tecnico di spessore per il presente e per il futuro, a prescindere dal ruolo. Schick era stato preso anche in previsione del declino di Dzeko, dovuto al tempo che passa, ma non in prospettiva di una cessione imminente.
FUTURO – Intanto il direttore sportivo ha già ricominciato a lavorare per la Roma della prossima stagione. La filosofia della società non cambierà, secondo la logica dell’autofinanziamento, con il principio ispiratore noto: comprare dei giocatori quando non hanno ancora raggiunto il top delle performance, ascoltando viceversa dentro casa le offerte per i calciatori che hanno già dato il meglio di sé. In questa prospettiva, Monchi ha intensificato i contatti per Simone Verdi, che a gennaio è stato molto vicino al Napoli. Verdi attraversa una fase della carriera “crescente” e, avviandosi verso i 26 anni, può garantire ancora quattro-cinque stagioni da grande attaccante. Essendo ambidestro, potrebbe ricoprire tutti i ruoli di un ipotetico tridente. Monchi aveva contattato il Bologna prima del Napoli ma si era dovuto fermare davanti alle alte richieste: 25 milioni. Ma in estate cambierà tutto e anzi c’è chi assicura che la Roma si sia già avvantaggiata sulla concorrenza.