È ancora tempo di test, anche se la serie A prenderà il via tra meno di un mese. Quindi, avanti con la fase di studio, in cui si valutano i nuovi acquisti e si approfondiscono le loro caratteristiche. La Roma, in questo senso, è costretta addirittura alla full immersion. La rivoluzione di Monchi è stata extralarge. Il ds ha cambiato mezza rosa. Così Di Francesco ha aperto da due settimane il suo laboratorio tattico. E, lasciata la Capitale, non va certo alla scoperta dell’America, ma del suo gruppo, rinnovato e sicuramente più ricco. Da oggi riprenderà la preparazione negli States. C’è da lavorare e tanto: soprattutto sui giovani e anche sugli altri. Alcuni giocatori sono in ritardo e dunque fisicamente in difficoltà. Eusebio, per tirare le somme, aspetta a San Diego almeno altri due rinforzi, il portiere titolare e l’esterno alto da piazzare a destra, fondamentali per la formazione base e per il suo 4-3-3.
TENTATIVO LEGITTIMO Il sistema di gioco di partenza, come si è visto nelle amichevoli di Latina e Frosinone, resta lo stesso della stagione scorsa. Non sarà l’unico, però. In corsa l’allenatore interviene spesso, lo ha fatto anche nella sua prima annata sulla panchina giallorossa. A far riflettere Di Francesco sono, al momento, Marcano e Schick. Entrambi si sono presentati a Trigoria già in forma. Hanno faticato e sudato durante le vacanze e i risultati sono evidenti. Il difensore, in attesa di Fazio, è il titolare da schierare accanto a Manolas: superato Jesus. L’attaccante, invece, può finalmente sfidare Dzeko. Insieme posso convincere Eusebio a pensare la Roma in modo diverso dalla stagione passata. E, almeno a vedere la modifica tattica provata in parte del secondo tempo della gara contro l’Avellino, hanno già centrato l’obiettivo: difesa a 3 e doppio centravanti, proprio con la promozione dello spagnolo e del ceco. Il modulo, inedito per i giallorossi, è diventato il 3-3-4 (in alcune fasi il 3-3-3-1). Dietro i tre centrali Jesus, Marcano e Bianda, davanti Schick, con accanto (o leggermente dietro) Defrel. In sintesi: il tecnico, passando alla linea a 3, ha la possibilità di schierare in contemporanea i due attaccanti migliori della rosa, con il ceco partner di Dzeko. E’ l’opzione in più, da non scartare a priori. Anche perché Schick, 4 reti in 2 amichevoli, adesso fa centro: ritrovata la mira. E Marcano, nonostante sia alto 189 centimetri, è affidabile: garantita la velocità.Più rapido di Fazio che, nella difesa titolare, sarebbe cosi affiancato da due compagni scattisti, Manolas e appunto lo spagnolo.
ROSA MIRATA Di Francesco, vale la pena ricordarlo, non ha in mente alcun ribaltone tattico. Preferisce difendere con la linea a 4, anche se poi la partita più importante della stagione scorsa, la gara di ritorno contro il Barça, se l’è giocata con 3 centrali. Ma, a prescindere dal rendimento di Marcano e Schick, l’allenatore sa di avere gli interpreti giusti, nel suo gruppo, per il 3-3-4. E di poter passare in corsa a questo sistema di gioco senza stravolgere l’assetto. A centrocampo, dove i nuovi Pastore e Cristante possono essere gli intermedi e alternarsi con Strootman e Pellegrini, non cambierebbe niente. In attacco, invece, avrebbero comunque spazio gli esterni. Che sono in abbondanza: Under, Perotti, El Shaarawy, Kluivert e presto Malcom. Non solo loro, anche quelli bassi: Florenzi, Karsdorp, Kolarov, Luca Pellegrini e Santon. In fase difensiva il passaggio al 3-5-2 è scontato. E spesso, per l’equilibrio, è facile vedere su un lato un terzino e sull’altro un’ala. Ogni match è differente e, a volte, bisogna pesare le caratteristiche degli avversari. In ogni zona del campo e ancora di più sulle fasce. Basta chiedere a Guardiola o a Conte. La loro idea di calcio è sempre e comunque propositiva. Pure con la difesa a 3