«Così com’è non la votiamo». Prende molto tempo la maggioranza. Almeno il doppio del tempo che a spanne ha fatto balenare ieri Virginia Raggi. La sindaca non parla di blocco dell’opera ma si aggrappa alla due diligence che aveva chiesto «per riesaminare gli esiti della conferenza dei servizi cui hanno partecipato tutte le istituzioni». Quella arrivata in Campidoglio è una bozza del parere del Politecnico di Torino. Bozza che «nessuno di noi ha visto», ripetono tutti i consiglieri non si sa se più felici di stare lontano da un dossier che scotta oppure no. In caso di dubbi, e qui ne stanno emergendo parecchi, il M5S si sa è come il protagonista di Moby Dick: preferisce di no. Ed è pronto a respingere con forza una variante che non dovesse assicurare «l’accessibilità piena di un’area già molto critica ora». La bozza che stanno studiando Raggi e i suoi ha bisogno di ulteriori approfondimenti e integrazioni. La sindaca fa capire che è tutto molto aperto e passibile di modifiche. Anche se è difficile far passare il messaggio che evidentemente non è più «uno stadio fatto bene», come fu licenziato prima della bufera giudiziaria. «Gli uffici stanno preparando la delibera che poi passerà in giunta e poi da noi per il parere», scandisce la presidente della Commissione Urbanistica Donatella Iorio. Al varco delle commissioni dunque c’è una maggioranza ignara delle evoluzioni ma pronta a vagliare ogni dettaglio. «Io ho capito che se si allarga lo sguardo le cose si complicano e ci sono criticità», dice Iorio. «Quando abbiamo espresso l’interesse pubblico per noi era importante e lo è ancora l’accessibilità. Non si può pensare che tutti quanti possano arrivare allo stadio in macchina, questo è fuori discussione», ha ribadito Iorio. Poche parole e poche certezze ma ferree. È infatti un problema di trasporti quello su cui giunta e maggioranza devono trovare la pacificazione politica.
«Ci sono delle modifiche da fare, lo sappiamo tutti, sopratutto dopo tutto quello che è successo…», riflette nervosa un’altra consigliera che non ama particolarmente gli anglicismi, i draft e le due diligence. Tutti sognano Beppe Grillo a Torino l’8 dicembre per la manifestazione contro la Tav.
GRILLO – E invece Grillo, chiamato da Raggi che per prima ha colto gli allarmi di una trattativa sotterranea, ancorché a livelli primordiali, tra Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi, sarà a Roma questo fine settimana. E i malpancisti sullo stadio vorrebbero che si schierasse anche lui sull’opera. Prima di coniare l’espressione «uno stadio fatto bene» Grillo, in privato, aveva espresso moltissimi dubbi soprattutto sui terreni a rischio dissesto idrogeologico. «Ora la Giunta Raggi deve revocare l’iter di un progetto insostenibile dal punto di vista urbanistico e gravato dai troppi dubbi sulla trasparenza», attaccava ieri Cristina Grancio che ormai fuori dal M5S può esprimere a voce alta gli stessi dubbi dei colleghi pentastellati.