Il problema lo ha sollevato senza molti peli sulla lingua direttamente Marco Giampaolo, alla fine della partita che la Sampdoria ha vinto domenica sera a Firenze. «Ho consigliato a Schick di scegliere il progetto tecnico più vicino alle sue caratteristiche – ha detto l’allenatore blucerchiato –. Lui può fare la seconda punta o il trequartista, ma se deve giocare ala allora no, non va bene. È per questo che gli ho consigliato di non andare alla Roma». Parole dette tutte d’un fiato, proprio alla vigilia dell’accordo tra i giallorossi e Schick. Il quale, però, non ha seguito il consiglio del suo ex allenatore, scegliendo proprio la Roma.
CON IL 4-3-3 – Ma Di Francesco ora come intende utilizzare l’attaccante ceco? Detto che la base resta il 4-3-3, che poi è il modulo di riferimento del tecnico giallorosso, a Trigoria sono convinti che Schick possa giocare anche esterno. Di più, quando Patrik venne segnalato per la prima volta alla Roma (era il 2014) giocava nelle giovanili della Repubblica Ceca e lì giostrava proprio in quella posizione: esterno, sia a sinistra sia a destra. Questo perché secondo Di Francesco Patrik è bravo sia nell’ampiezza, sia nell’attacco alla profondità. Ha qualità nell’uno contro ed è bravo ad accentrarsi, partendo da destra per poi sfruttare il piede mancino. Insomma, l’allenatore della Roma è convinto che possa andare a occupare anche la casella per la quale a Trigoria si cercava disperatamente un rinforzo e cioè quella di esterno destro. In altre parole, come posizione, proprio l’ala a cui si riferisce Giampaolo. Con un distinguo, però, visto che con Di Francesco gli esterni non fanno le ali ma tendono a giocare più dentro il campo, devono dialogare con la punta (o con l’esterno opposto) e si accentrano per lasciare spazio in fascia alla sovrapposizione del terzino o della mezzala di riferimento. Non la classica ala, quindi, quella che va sul fondo o che resta largo.
CAMBIANDO PELLE – Di certo, però, uno degli argomenti che hanno convinto Schick ad accettare l’offerta giallorossa è stata la promessa di Di Francesco di fare tutto il necessario per metterlo nelle condizioni migliori. Detto che Schick è un giocatore versatile e può fare tranquillamente il trequartista, la seconda punta o il centravanti (e se il prossimo anno dovesse andar via Dzeko, avrebbe via libera proprio in quel ruolo), Di Francesco davanti a sé ha due opzioni alternative: o il 4-3-1-2 o il 4-2-3-1. Più facile, però, che si possa virare sulla prima opzione, per cercare di metterlo più vicino alla porta. Schick, con questa soluzione, giocherebbe infatti al fianco di Dzeko, girandogli intorno. In più, con questo modulo Di Francesco avrebbe anche l’opportunità di riportare Nainggolan più alto (con l’inserimento di Pellegrini o Florenzi in mediana), e cioè come trequartista, come era abituato con Spalletti. Il 4-3-1-2, poi, per qualcuno può essere visto anche come 4-3-2-1. Cambia poco, nel senso che basta alzare o abbassare di poco la posizione del ceco, allargando eventualmente Nainggolan.
L’ALTERNATIVA – E poi, appunto, c’è la terza opzione e cioè il 4-2-3-1. Modulo che Di Francesco conosce bene e che ha già fatto, sia al Sassuolo sia domenica contro l’Inter, nell’ultima parte di gara (con l’ingresso di Under). In questo caso Schick andrebbe a giocare come «sottopunta». In altre parole, un trequartista centrale un po’ più alto e più vicino a Dzeko. Questa opzione, poi, permetterebbe alla Roma di tenere dentro anche i vari Perotti, Defrel o El Shaarawy, altrimenti a rischio con il 4-3-1-2. Il laboratorio di Trigoria è aperto, questo è sicuro.