Pubblicare sui social la foto di Eusebio Di Francesco che sorride dopo il gol di Sau e commentarla come se quell’espressione fosse figlia di una (reale) goduria, è segno di inciviltà. Scorrettezza. Siamo tutti un po’ fake news, e ormai certi gesti fanno parte della nostra normalità. Ma trionfa il buonotuttismo, quindi va bene quella (foto) e pure altro. Citicare Di Francesco per quello che dice o quello che fa come allenatore è cosa buona e giusta, invece. Oltreché legittima. Eusebio sbaglia, ha sbagliato e sbaglierà, in qualsiasi panchina si siederà in futuro. Oggi lo guardi e sembra un cane bastonato, di ridere non ha voglia alcuna. Non sembra più in grado di dominare la situazione e non gli fa bene prendersela sempre con i suoi calciatori. L’errore di comunicazione è alla base. Se accusi tutti, è difficile che poi i tutti facciano quel metro in più: i calciatori, se scaricati, mollano la presa con grande facilità. E l’allenatore resta solo con le sue teorie e – come dice sempre – il suo calcio. Se non rimanesse solo suo sarebbe meglio.
AVALLARE E AFFOGARE – Di Francesco si ritrova una squadra non adatta al calcio che aveva pensato. E infatti ha dovuto virare su altro, perché non vive di dogmi. Ma è difficile pensare, ad esempio, che un allenatore di questo tipo potesse avallare un acquisto come Pastore (e non solo). Non perché l’argentino sia scarso, ma perché non è funzionale al progetto societario e tecnico: 30 anni e grande stipendio. Eppure ecco Pastore, che faticava e fatica ad inserirsi, al di là degli infortuni. A Cagliari il contributo è stato minimo. Se la squadra è stata smontata, se qualche acquisto non è stato di suo gradimento, perché non lo ha detto? Se invece era tutto come voleva lui, allora è complice. Delle due, l’una.
I CAMBI – E veniamo ai cambi della discordia, visti alla Sardegna Arena. Di Francesco si lamenta e fa capire che in panchina ci fosse il nulla. E’ vero, i cambi sono stati cervellotici, comunque entrano Lu.Pellegrini, da tanti considerato il nuovo Roberto Carlos; Pastore, da tanti ritenuto il fiore all’occhiello dell’ultimo mercato, e infine Juan Jesus, sempre quello che ha fermato Messi otto mesi fa. Possibile che si prendano due gol in quella maniera? Si, ma anche no. Il problema è che con certe sostituzioni si dà un impulso negativo alla squadra, la si consegna agli avversari. Quindi è un fatto mentale: giocatori sfiduciati, allenatore senza soluzioni.
DIRIGENZA-DIVERGENZA – La Roma è fatta di equivoci tecnici, DiFra subisce e combatte la scarsa fiducia che a Trigoria, in tanti, hanno nei suoi confronti. E’ dura andare avanti così, con la terra bruciata intorno. La Roma è una squadra impostata male (colpe della società) ma non è da metà classifica (colpe dell’allenatore). In questi casi ci si dice addio. Il difficile è attaccare il telefono. Attacca prima tu; no, attacca prima tu. Così all’infinito.