Il mercato in entrata s’è chiuso senza sorprese. Non poteva essere altrimenti. Senza la partenza di Perotti, Monchi non se l’è sentita di accontentare Di Francesco esaudendo la richiesta dell’esterno destro di piede mancino. Under rimane quindi l’unico calciatore con le caratteristiche che chiede il tecnico sulla fascia offensiva destra. Perché se è vero, come ha ricordato il ds, che in quel ruolo ci possono giocare Kluivert, Perotti, El Shaarawy, Schick e Florenzi, nessuno dei citati ha le caratteristiche tecniche per convergere al centro come chiede l’allenatore. Un neo in una campagna acquisti che regala comunque a Eusebio una rosa competitiva per confermarsi in zona Champions ed esser pronto, eventualmente, ad approfittare di un passo falso della Juventus.
IL COMPITO – Il compito del tecnico sarà quello di regalare equilibrio alla squadra, garantito nella passata stagione dal trio Nainggolan (ceduto)-De Rossi-Strootman. Nella costruzione estiva targata Monchi, è nata infatti una Roma fortemente a trazione anteriore. Due terzini che spingono, due intermedi più propensi alla fase offensiva che a quella difensiva e tre attaccanti. E anche se le amichevoli sono fatte proprio per sperimentare nuove situazioni di gioco, non è passato inosservato come in ogni gara (ad eccezione dei dilettanti del Latina) la Roma abbia subito almeno una rete (per un totale di 9 in 4 match). A livello difensivo, sembra difficile poter ripetere l’exploit della passata stagione (secondo reparto del torneo) anche se l’arrivo di Nzonzi regala maggior solidità. Il francese, alternandosi con De Rossi, è un calciatore capace di garantire gli equilibri in mediana, dove Pastore e Cristante sono chiamati a regalare quei gol che spesso lo scorso anno sono mancati ai centrocampisti. Ma guai a far fuori in partenza un talento puro come Pellegrini che ha le caratteristiche per essere uno dei due interni capaci di garantire le due fasi che chiede il tecnico. Per non parlare di Strootman che già a Torino ha prenotato una maglia da titolare. In avanti Schick, con una preparazione alle spalle, si candida a qualcosa in più che essere il vice Dzeko. Per ora il totem bosniaco non si smuove e al suo fianco potrà contare sulla vivacità di Under e sulla qualità di Kluivert, da molti ritenuto la possibile sorpresa del campionato. Perotti e El Shaarawy rappresentano l’usato sicuro, vogliosi di non farsi sorpassare nelle gerarchie dall’olandese. A partire da domani.
GIOCA OLSEN – Si riparte da Torino, in trasferta (lontano dall’Olimpico nella passata stagione Di Francesco in campionato ha perso solo con la Juventus), dove lo scorso anno la Roma vinse con un gol di Kolarov. Proprio la difesa, è il reparto chiamato a ripetersi con gli innesti di Marcano, del redivivo Karsdorp e la freschezza di Bianda e Luca Pellegrini che si aggiungono ad una base solida, priva però di Alisson. La cessione del brasiliano è pesante (18 gare senza subire reti e 8 successi di misura per 1-0 in campionato, più 5 clean sheet in Champions) anche se Olsen, almeno a parole, dice di non temere nemmeno Cristiano Ronaldo: «Pronto a fermarlo». Di Francesco ripartirà proprio dallo svedese, spazzando via le perplessità su una possibile alternanza con Mirante in avvio. Belotti, il primo esame.