E al terzo giorno Pallotta parlò. «Nessuno è soddisfatto dei risultati e delle prestazioni. Il nostro unico obiettivo è di migliorare in tutto quello che facciamo e ci lavoreremo tutti insieme. Se qualcuno non si impegnerà a essere parte di questo sforzo collettivo, allora qui non ci sarà più posto per lui», ha comunicato il presidente facendo un bilancio degli incontri Usa con Monchi e gli altri dirigenti. Di Francesco, per ora, non si tocca, ma la sua posizione resta sotto la lente d’ingrandimento del presidente. Eusebio respira per le parole di Pallotta, ma resta in ansia per le condizioni di alcuni (troppi) giocatori in vista della trasferta di Torino in casa della Juventus. Paradossalmente la vittoria contro il Genoa, anziché spazzare via dubbi e perplessità, le ha moltiplicate. La virata tattica (dovuta alle assenze e al momento di forma di alcuni elementi) sul 3-4-1-2 è prossima ad essere abbandonata. Anche se i problemi, anziché diminuire, aumentano: Florenzi è l’ultimo degli acciaccati (gli si è gonfiato il ginocchio operato). Le sue condizioni saranno valutate tra oggi e domani. E anche l’ottimismo che si respirava attorno a Dzeko nei giorni scorsi, sta facendo spazio ad un più cauto realismo. Edin, forse già in giornata, farà un provino che stabilirà se potrà rientrare o meno dal primo minuto. Della serie: per fare la formazione e scegliere il modulo (che comunque dovrebbe contemplare il ritorno alla difesa a quattro) Eusebio dovrà aspettare domani e contare gli uomini a disposizione. Pellegrini (che ieri, come da copione, ha goduto di un giorno di riposo concordato con lo staff) spera di rientrare nella lista dei convocati (oggi parzialmente in gruppo) ma sabato il suo (eventuale) contributo alla causa sarà minimo. Discorso analogo per De Rossi, la cui presenza in panchina – come già accaduto con il Genoa – sarà perlopiù simbolica. Non il massimo dovendo affrontare la Juventus. Se in una scala di difficoltà l’Entella viene sicuramente dopo il Porto, i lusitani debbono però lasciar spazio ai bianconeri. Che tra l’altro per la Roma stanno diventando una sorta di tabù, soprattutto nelle gare disputate in trasferta. Da quando è stato inaugurato il nuovo impianto, i giallorossi hanno collezionato solo amarezze e neanche un punto. I dati statistici sono impressionanti: 8 sconfitte su 8 partite, 20 gol subiti e appena 3 realizzati. Eppure, soltanto un anno fa, sempre con Di Francesco in panchina, la Roma si presentò a Torino a -3 dalla squadra di Allegri, seconda ad un punto dal Napoli. Oggi Dzeko e compagni sono scivolati a – 22, addirittura doppiati in classifica (46). Attualmente il confronto tra le due squadre è impari. E non soltanto a livello di punti. La Roma rincorre nelle statistiche dei gol fatti (29 a 33) e in quelle delle reti subite (22 a 8), nei tiri totali (inclusi i ribattuti: 269 a 302), in quelli nello specchio (103 a 107), nei falli commessi (182 a 199) e subiti (172 a 220), nei crossi riusciti (115 a 179), nel numero dei corner battuti (96 a 111), nelle palle recuperate (395 a 425) e nei dribbling vincenti (90 a 122). Pareggia soltanto nel numero dei pali colpiti (10 a testa) e supera la squadra di Allegri in quello delle occasioni create: 86 a 74. Proprio in quest’ultima statistica, è riassunto il paradosso giallorosso.
IDEE PER GENNAIO – Intanto oggi, intorno all’ora di pranzo, Monchi rientra dal summit di Boston con Pallotta. Il ds ha preso atto che per il mercato di gennaio dovrà ingegnarsi con operazioni in prestito con diritto di riscatto oppure con eventuali scambi. Tra i nomi che circolano in orbita Roma, oltre a quello del centrocampista Sanogo dello Young Boys e dell’attaccante Batshuayi (ora al Chelsea ma in prestito al Valencia), è tornato di moda Luis Muriel, avvicinato anche al Milan. Il colombiano in questa stagione ha raccolto appena 119 minuti (6 presenze e 1 rete) nella Liga. Un po’ meglio in Europa League con 5 partite giocate e 2 gol (oltre ai preliminari disputati in estate). Per giugno invece, fari puntati sul genoano Kouamé che in serie A, dopo 16 giornate, è il calciatore che ha affrontato (298) e vinto (160) più duelli.