Trasformare la propria passione in un mestiere. Questo è quanto accaduto a tanti calciatori come Alessandro Florenzi, che racconta il suo rapporto col pallone durante uno speciale di ‘Sky’.
“Sono contento di fare questo mestiere. Non so cosa avrei fatto d’altro, forse il barista, perché lo fanno un po’ di miei amici. Scherzo, non so, ma penso che avrei lavorato nel mondo della ristorazione”, ammette Florenzi.
Quindi il giocatore della Roma ricorda la sua infanzia: “Il primo ricordo, se penso al calcio, è legato a quando giocavo da bambino nella Pozzolana, al centro sportivo di Acilia, dove i miei genitori avevano il bar. Il pallone è la cosa che mi ha accompagnato per primo nella vita”.
Infine Florenzi spiega: “Per me è stato sempre importante il valore della squadra, il valore del gruppo, soprattutto, è la cosa che secondo me ti fa vincere o perdere un campionato, piuttosto che una competizione.
Penso che la frase dello scrittore uruguaiano Eduardo Geleano, “per spiegare a un bambino cos’è la felicità gli darei un pallone per farlo giocare”, sia perfetta per spiegare il concetto di gioia. Questo è quello che il calcio mi ha dato. Io sono felice quando ho un pallone tra i piedi”.
Pallone che Florenzi è tornato a calciare da poche settimane dopo il lungo stop causato dal doppio infortunio al ginocchio subito nella scorsa stagione. Un recupero importante per la Roma e per la Nazionale. Ma soprattutto per fare di nuovo brillare il sorriso sul volto di quel bambino di Acilia.