Seduti tutti intorno ad un tavolo, immersi a lungo nello studio delle strategie per il prossimo futuro. Perché la Roma nella prossima stagione tornerà a giocare la Champions League e perché questo impone al club di fare tutte le cose per bene, senza incappare in possibili errori. Ecco perché i dirigenti della Roma sono tutti lì, negli studi della Raptor, il quartier generale di James Pallotta, a Boston nel Massachusetts. E ci staranno fino a lunedì, quando faranno ritorno a Roma (sbarco previsto nella Capitale il martedì). Al centro delle tematiche il futuro allenatore, le strategie di mercato (incluso l’eventuale budget) e gli equilibri economici del club. Ecco perché, in tal senso, al d.s. Monchi è stato chiesto di abbassare il tetto ingaggi della Roma (attualmente oltre i 90 milioni, l’obiettivo è portarlo intorno agli 80).
L’ALLENATORE – Il primo nodo, però, è ovviamente il tecnico. E proprio mentre ieri Luciano Spalletti ha portato via le sue ultime cose da Trigoria, Eusebio Di Francesco si è incontrato con il d.g. del Sassuolo Giovanni Carnevali. Si sperava in una fumata bianca, che però non è arrivata. Carnevali ha comunicato a Di Francesco la necessità di chiudere il discorso entro la fine della prossima settimana, termine oltre il quale non ha intenzione di andare, per programmare anche lui il futuro del Sassuolo. In più il nodo della clausola è effettivo, nel senso che la Roma non vuole pagare quei 3 milioni di euro necessari per liberare Di Francesco (che ha un contratto in essere fino al 2019) mentre il Sassuolo a quei soldi non ci vuole proprio rinunciare. Bisognerà trovare il modo di aggirare il problema, magari spostando il costo della clausola su qualche accordo già esistente (Lorenzo Pellegrini?) o su alcune agevolazioni su eventuali giocatori (Tumminello, Marchizza o l’altro Pellegrini, Luca, il terzino della Primavera). Di Francesco, al netto di tutto, resta la scelta della Roma. L’allenatore, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà lui. Ma bisogna venirsi incontro reciprocamente. E presto.
IL MERCATO – Intanto Ramy Abbas continua a lavorare per portare Momo Salah al Liverpool. L’agente dell’egiziano ha trovato l’accorso con i Reds per il suo assistito, un ingaggio di 4,5 milioni di euro a stagione più bonus. Una cifra a cui la Roma non può e non vuole arrivare, proprio perché ha l’esigenza contraria, quella di abbassare il monte-ingaggi (Salah in giallorosso guadagna 3,5 milioni, 6,3 lordi). L’impressione è che l’operazione finirà con il chiudersi, magari a 35 più bonus. La Roma, in realtà, vuole cercare di massimizzare il profitto e spera di arrivare a 40, ma a Liverpool sanno bene che i giallorossi hanno bisogno di soldi ed entro il 30 giugno, per sistemare i conti del bilancio. Alla fine si troverà l’accordo su quella cifra o giù di lì. Nel frattempo, ieri ha iniziato a girare in orbita giallorossa anche il nome di Sebastian Driussi, 21 anni, l’attaccante del River Plate che può giocare sia esterno sia centrale. Ha una clausola rescissoria di 15 milioni e passaporto italiano, anche se la Roma fa sapere che il giocatore non è nel suo mirino. L’agente Gustavo Pedrozo ieri ha però ammesso: «Per ora non c’è niente di ufficiale. La Roma è interessata e il ragazzo vede la Roma come un grande club a livello internazionale ed un’opportunità». Vedremo cosa succederà più avanti, a Boston stanno parlando anche di questo.